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Migranti, Miraglia (Arci): “Illegale la lista libica per le Ong”

Il responsabile: altro che chiedere permesso, bisogna salvare

Pubblicato:29-10-2019 13:36
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:53

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ROMA – “Qui parliamo del dovere di salvare chi sta annegando, parliamo di omicidi, altro che lista di ong da autorizzare”: cosi’ all’agenzia Dire Filippo Miraglia, responsabile immigrazione di Arci, sul decreto del governo di Tripoli sull’accesso da parte delle ong alla cosiddetta Search & Rescue Area (Sar) prospiciente la costa libica.

Del documento, che porta la data del 14 settembre, si e’ saputo ogggi proprio grazie al lavoro di indagine e traduzione dall’arabo dell’associazione italiana. Nel testo si stabilisce che le ong “interessate a collaborare nella ricerca e nel salvataggio marittimo” devono presentare una preventiva domanda di autorizzazione al governo di Fayez Al-Serraj. Ai sensi del decreto, le organizzazioni sarebbero tenute a “fornire periodicamente tutte le informazioni necessarie, anche tecniche, relative al loro intervento” e dovrebbero poi “lavorare sulla base del principio di collaborazione” con la Guardia costiera di Tripoli.

Secondo Miraglia, “il documento e’ illegittimo perche’ la Sar non viene definita dal governo di uno Stato ma da un esecutivo fantoccio, che controlla solo un pezzo di Libia, un Paese tuttora in guerra civile”. Rispetto all’iscrizione delle ong a una lista gestita a Tripoli, il responsabile di Arci denuncia “un paradosso” inaccettabile: “Da inizio anno oltre 7mila persone catturate in mare sono state riportate in centri di detenzione gestiti da milizie, dove si continuano a commettere crimini contro l’umanita’”.


L’intervista si conclude con un appello che guarda a sabato, quando in assenza di una presa di posizione del governo italiano il memorandum d’intesa sottoscritto da Roma con Tripoli lo scorso anno sara’ rinnovato in modo automatico. “Il decreto di cui parliamo oggi e’ la dimostrazione ulteriore che bisogna chiudere questa stagione” dice Miraglia. “Al contrario e’ necessario liberare i migranti rinchiusi nei centri-lager e puntare sulle tante organizzazioni della societa’ civile libica potenzialmente in grado di dare un contributo alla costruzione della pace”.

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