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Più libere ma ancora viste come oggetto sessuale: l’indagine sul corpo delle donne

Movimenti come il #MeToo non sono bastati a cambiare la prospettiva, dichiara il 63% delle donne. Le più esposte sono le ragazze di oggi: la metà di loro dichiara che "alle volte sono così insicura del mio aspetto che non vorrei uscire di casa"

Pubblicato:31-08-2023 13:23
Ultimo aggiornamento:31-08-2023 14:03

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ROMA – Insicure, più libere di mostrarsi ma anche più fragili. Esposte al giudizio di chi le vede solo come oggetto sessuale, e sempre più propense a rivolgersi alla chirurgia estetica per cambiare il proprio aspetto. È la fotografia delle donne di oggi, scattata da un sondaggio condotto da Yoodata/Polytech Italia che ha coinvolto un campione di più di mille persone e presentato oggi online. Per l’86% degli italiani il corpo delle donne è sempre più esposto sui media e sui social, registra l’indagine. Secondo il rapporto il 79% della popolazione ritiene le donne più libere di una volta di mettersi in mostra, anche sui social, per promuoversi in modo autonomo. Ma per il 78% delle persone le donne si rappresentano sempre più come ‘oggetto sessuale’.

IL METOO NON HA CAMBIATO LA PROSPETTIVA

Le donne vengono percepite sempre più consapevoli del proprio corpo per il 79% degli italiani, e sono le prime a volerlo usare come arma di seduzione secondo il 76% delle persone. Ma sono anche ritenute ‘vittime dell’esposizione sui social’ per il 73% degli adulti e per l’80% dei 15-26enni: la Gen Z che si rivela essere la più fragile. Le vicende del neofemminismo e dei movimenti come il #MeToo non sono bastati a cambiare la prospettiva, dichiara il 63% delle donne e il 57% degli uomini del nostro Paese. L’aspetto femminile continua ad essere il centro dell’attenzione, con critiche o apprezzamenti, anche
‘fuori dai social’: commenti inappropriati sono subiti prima di tutto in famiglia (per il 43% delle italiane che hanno subito giudizi sul loro aspetto), per strada (35%), sul lavoro e a scuola/università (16%), tra amici (16%) e sui social (12%).

LE RAGAZZE DELLA GEN-Z SONO LE PIU’ FRAGILI

L’insicurezza esplode tra i giovanissimi: le ragazze della Gen Z si rivelano le più fragili tanto che circa la metà di loro dichiara che “alle volte sono così insicura del mio aspetto che non vorrei uscire di casa” (dichiara il 48% delle ragazze tra i 15 e i 26 anni). Mentre le italiane in età più matura si dicono più serene e libere dai rigidi canoni estetici per sé stesse (lo dice il 70% delle 59-70enni, a fronte di un 49% delle 15-26 enni) e libere di decidere se mostrare o cambiare oppure no qualcosa del proprio corpo (lo pensa il 79% delle donne, per le over 59 anni la percentuale sale all’83%), il 54% delle 27-42enni della Gen Y (dai 27 ai 42 anni di età) non si piace e cambierebbe qualcosa del proprio aspetto ricorrendo al bisturi estetico.


NON SOLO I SOCIAL: I GIUDIZI NEGATIVI NASCONO GIA’ IN FAMIGLIA

La maggioranza delle donne ha dichiarato di avere subito giudizi sul proprio aspetto negli ultimi 2-3 anni: lo ha detto il 69% delle donne tra i 15 e i 26 anni, il 59% tra i 27 e i 42 anni, il 39% tra i 43 e i 58 e il 19% dai 59 ai 70 anni). Ogni parte del corpo è stata passata in rassegna: essere stata definita ‘grassa’ (39%), aver ricevuto apprezzamenti/complimenti (13%), sul peso/troppo magra (12%), body shaming/aspetto fisico (10%), età (5%), sessisti/discriminatori/bullismo (4%). A seguire, in percentuali dal 3 al 2%, essere stata definita brutta, alta/bassa, aver subito critiche sui capelli oppure su naso/viso/occhi, su difetti fisici, sui denti, sul seno e un 4% non ha precisato che tipo di giudizio ha subito.

Dove si subiscono critiche sul proprio aspetto? A sorpresa non sono i social i luoghi per eccellenza dei giudizi più aspri, dicono le 523 donne coinvolte nello studio. Il primo ambiente è invece la famiglia (per il 43% del campione), poi per strada (35%), sul lavoro (24%), a scuola/università (16%), tra amici (16%) e infine via online/sui social (12%).

GANCITANO: “I SOCIAL FANNO EMERGERE DINAMICHE CHE ESISTONO ANCHE FUORI”

“Lo studio è interessante per fare delle riflessioni sulla base di dati reali riferiti all’Italia- ha commenta Maura Gancitano, filosofa e saggista- I dati emersi confermano una percezione che ho avuto parlando con i giovani nelle scuole: i social network stanno facendo emergere dinamiche terribili, ma che purtroppo esistono già, come la violenza di genere. A volte il giudizio negativo nasce proprio dal contesto familiare. E anche se spesso è un ‘mettere in guardia’ che nasce in buona fede, crea però un senso di giudizio e una pressione. È dalla famiglia che il nostro corpo inizia a essere guardato e giudicato, con un effetto negativo sulla salute mentale“.

AMADORI: GIOVANI PIU’ DISINIBITE MA ANCHE PIU’ ESPOSTE A COMMENTI NEGATIVI

La sensibilità alle critiche e ai giudizi altrui da parte delle donne cala con l’invecchiamento– sottolinea Alessandro Amadori, partner e direttore scientifico Yoodata che ha curato la ricerca- Sono soprattutto i ragazzi e le ragazze della Gen Z, che hanno dai 15 ai 26 anni di età, ossia gli stessi protagonisti della nuova relazione ‘utilitaristica’ con il corpo e la sua esibizione, a ritenere che le donne che espongono il proprio corpo sui media tradizionali e sui social corrano oggi un rischio elevato di essere vittime e oggetto sessuale; e sono anche la generazione che mostra una maggiore accettazione e confidenza col bisturi estetico che ritengono un modo come un altro per modificare il proprio aspetto, alla pari dei tatuaggi”.

Lo studio, condotto questa primavera/estate su un campione di oltre 1.000 italiani dai 15 ai 70 anni di età e di entrambi i sessi, è stato completato anche da una ricerca di tipo qualitativo: colloqui in profondità su un panel di persone rappresentative, uomini e donne dai 20 ai 60 anni di età.

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