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Dagli Usa tornano in Italia 200 opere pregiate del valore di 10 milioni di euro

Il nucleo Tutela patrimonio culturale dei Carabinieri ha recuperato manufatti realizzati tra l'VIII secolo a.C. e il I secolo d.C., smerciati dai grandi trafficanti internazionali

Pubblicato:30-12-2021 15:19
Ultimo aggiornamento:30-12-2021 16:04

opere tornate dagli usa
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ROMA – Un’anfora etrusca con figure nere risalente al 540 a.C., una giara dell’VII secolo che rappresenta l’accecamento di Polifemo da parte di Ulisse; una scultura in marmo dell’imperatore Settimio Severo del II sec. d.C. Tornano a casa, in Italia, i 201 pezzi pregiati che nell’arco degli ultimi decenni erano finiti negli Stati Uniti, smerciati dai grandi trafficanti internazionali e acquisiti da importanti musei, case d’asta, gallerie antiquarie e collezionisti privati.

Presentati questa mattina nella caserma ‘La Marmora’ di Roma, con il ministro della Cultura Dario Franceschini, i 161 reperti rimpatriati “torneranno nei loro luoghi di provenienza: non più come in passato in un unico grande museo, ma ogni opera nel posto in cui è stata trafugata – ha spiegato il ministro – torneranno ad essere pezzi importanti dell’identità di quei territori”. Dei 201 reperti, infatti, 161 sono stati rimpatriati e 40 resteranno in mostra, fino al marzo 2022, presso il Consolato Generale d’Italia a New York e l’Istituto Italiano di Cultura.

Un recupero “straordinario”, lo ha definito il ministro della Cultura, “frutto di un lavoro riconosciuto in tutto il mondo e frutto della collaborazione con le forze di polizia degli altri Paesi”. “Questa operazione – ha commentato ancora Franceschini – rientra in quello che abbiamo portato al centro del G20 della Cultura: l’impegno a collaborare per contrastare il trafugamento delle opere d’arte“.


Il bottino confluito nel caveau della caserma di via Anicia comprende sculture in marmo, teste in terracotta, vasi, anfore, coppe, brocche e monete in argento. Opere d’arte e oggetti di uso comune di grande interesse storico, risalenti alle civiltà romana, etrusca, magnogreca e apula, realizzate in un periodo tra l’VIII secolo a.C. e il I secolo d.C., per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro. “Questi sono tutti pezzi di straordinario valore, il mercato statunitense è tra i più importanti. Ci sono tutte le espressioni della pittura e della decorazione dell’antichità”, ha spiegato il generale Roberto Riccardi, comandate Carabinieri Tutela patrimonio culturale (Tpc).

Il Comando Carabinieri Tpc, per effettuare i ritrovamenti, parte da filoni investigativi già aperti da tempo. “Lo strumento fondamentale che ci sostiene è la banca dati con le immagini degli oggetti rubati. Ad oggi abbiamo otto milioni di file di cui 1,3 milioni si riferiscono ad opere tutt’ora da ricercare – ha aggiunto Riccardi – Il trend è decrescente dal secondo dopoguerra. Il mercato si è contratto perché, a seguito di numerose indagini, adesso musei e case d’asta sono molto più attenti. La certificazione accolta in passato con relativa facilità oggi viene guardata con una lente di ingrandimento”.

Nei mesi scorsi erano già stati presentati a Bari, presso il Castello Svevo, 782 reperti archeologici della civiltà Daunia che erano stati esportati illecitamente nel Belgio. Il 10 dicembre era stata presentata invece l’operazione Taras, coordinata dalla Procura di Taranto e che ha visto all’opera, con la Sezione Archeologia del Reparto Operativo Tpc, le forze di polizia di Germania, Olanda, Svizzera e Belgio. In questo caso sono stati oltre 2mila i beni recuperati, prevalentemente riconducibili alle civiltà antiche della Puglia e della Basilicata.

In occasione dell’evento di questa mattina sono stati presentati anche i dati statistici sul contrasto ai traffici illeciti dei beni culturali riferiti al 2021: sono state effettuate 261 verifiche sulla sicurezza nei luoghi della cultura, 549 perquisizioni, 1.182 persone denunciate, 23.363 beni archeologici e paleontologici recuperati e 1.693 opere false sequestrate: con un valore, qualora immesse sul mercato come autentiche, di oltre 427 milioni di euro.

I furti di beni culturali sono stati complessivamente 334, e 1.700 i controlli alle aree archeologiche terrestri e marine. Più di 2.600 i controlli effettuati ad esercizi antiquariali, in parte svolti online anche su cataloghi d’asta. Dall’inizio dell’anno i Carabinieri del Tpc hanno effettuato 1.811 controlli a siti monumentali o paesaggistici (questi ultimi svolti d’intesa con il comparto Forestale dell’Arma), rilevando attività illecite e procedendo al deferimento di 225 persone e al sequestro di 10 immobili e 25 tra aree paesaggistiche o strutture (edificate senza le previste autorizzazioni) ricadenti in aree soggette a vincolo.

GENERALE RICCARDI: “SONO PEZZI DI STORIA E IDENTITÀ CULTURALE”

“Oggi presentiamo 200 pezzi rientrati dagli Stati Uniti d’America, in particolare dal Fordham Museum. Pezzi che risalgono all’VIII secolo a.c., e che rappresentano la civiltà romana, etrusca, greca, apula. Sono pezzi di storia e identità culturale e nazionale“. Il generale Roberto Riccardi, comandate Carabinieri Tutela patrimonio culturale (Tpc) ha commentato così la presentazione dei recuperi del 2021 ad opera del Comando Carabinieri Tpc. I ritrovamenti sono stati presentati alla stampa questa mattina, nella Caserma La Marmora a Roma.

“La particolarità delle indagini in materia di archeologia è che noi non siamo presenti quando avviene il furto, che consiste in uno scavo clandestino. Noi partiamo quando gli oggetti affiorano nei musei, nelle case d’asta, e svolgiamo delle indagini a ritroso dall’ultimo possessore fino a risalire tutta la filiera dei traffici illeciti fino ad arrivare agli scavi clandestini- ha spiegato il Generale- Questi sono tutti pezzi di straordinario valore, il mercato statunitense è tra i più importanti. Ci sono tutte le espressioni della pittura e della decorazione dell’antichità”.

FRANCESCHINI: “CULTURA CENTRALE PER IL GOVERNO E NEL PNRR”

“Credo che in questi anni la cultura abbia trovato una centralità, dimostrata non soltanto dalle scelte politiche ma anche dalle risorse di bilancio: un sostegno forte nei mesi dell’emergenza di cui c’è ancora bisogno perché alcune misure hanno portato ad altre chiusure e limitazioni”. Così il ministro della Cultura Dario Franceschini, intervenuto a margine della conferenza stampa di presentazione dei recenti ritrovamenti frutto delle attività di contrasto al traffico illecito di beni culturali.

Il titolare del Mic ha ricordato anche che la cultura è al centro delle scelte strategiche del Pnrr: “Siamo il Paese che ha messo di più per la cultura, sia in termini assoluti che in termini percentuali nei piani nazionali di ripresa e resilienza”, ha sottolineato il ministro. “Stiamo lavorando ma bisogna lavorare ancora di più per il cinema, per il teatro, per lo spettacolo“. Franceschini ha anche aggiunto che grazie ai fondi del Pnrr è previsto il miglioramento delle strutture tecnologiche di Cinecittà e l’ampliamento degli studi.

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