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A Milano disdette al 70%, negli alberghi “si licenzierà”

La chiusura di piazze e discoteche ha provocato un'ondata di cancellazioni

Pubblicato:30-12-2021 12:06
Ultimo aggiornamento:30-12-2021 12:26

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MILANO – “Se dicembre è stato il mese delle cancellazioni di questo passo gennaio sarà il mese dei licenziamenti”. Rocco Salamone, presidente di Atr Milano, l’associazione degli albergatori in seno a Confesercenti, punta il dito contro il decreto festività per l’ondata di cancellazioni che ha investito nell’ultima settimana i centralini degli hotel. “Capiamo la necessità delle ulteriori restrizioni- spiega Salamone- ma punire indistintamente vaccinati e non con la chiusura delle piazze e delle discoteche ci ha portato anche una prevedibile ondata di cancellazioni delle prenotazioni per il Capodanno”.

CANCELLAZIONI AL 70%

Secondo i dati di Atr le cancellazioni nelle settimana del Capodanno a Milano avrebbero toccato una media vicina al 70%: si salverebbero solo gli hotel con ristorante che possono offrire cenone e pernottamento. Il nuovo decreto che estende il Green Pass rafforzato dal 10 gennaio a trasporti, hotel, fiere e congressi, inoltre, renderebbe la situazione critica anche per i mesi a venire.

PERSONE SCETTICHE SU POSSIBILITÀ DI VIAGGIARE

“La situazione- denuncia infatti Atr- sta diventando insostenibile anche perché già da alcune settimane notiamo un blocco delle prenotazioni per i mesi invernali. Le persone sono scettiche sulle possibilità di viaggio, temono ulteriori restrizioni e quindi preferiscono attendere anche se sono supervaccinate. A questo si aggiungono altre problematiche come il rinnovo della cassa integrazione in deroga che è arrivata alla scadenza del 31 dicembre con tante promesse ma nessun atto pratico”.


LA CRISI DEI CENONI: -29% CLIENTI, -16 MLN INCASSI

Più delivery, locali che registrano una parte di disdette su precedenti prenotazioni e c’è anche chi ha deciso di anticipare la chiusura o di restare chiuso. In generale un’accresciuta cautela ed attenzione per l’andamento dei contagi. È un cenone, quello di fine 2021 a Milano, Monza Brianza e Lodi, per cui l’ufficio studi di Confcommercio Milano stima un calo dei clienti di almeno il 29% rispetto al 2019 (non rilevati i dati 2020 per la diversa situazione di restrizioni anti-Covid). Secondo i calcoli di Confcommercio, Fipe ed Epam (entrambe, queste due, sigle dei pubblici esercizi), a Milano, Monza Brianza e Lodi si prevede un afflusso nei ristoranti di oltre 285.700 persone ma erano 400.000 due anni fa mentre a Milano città 170 mila contro gli oltre 220 mila del 2019.

ALTRI CONSUMI PERSI SE LOMBARDIA DIVENTA GIALLA

Altrettanto rilevante, -27%, registrano le associazioni, è la contrazione di fatturato prevista: da 39.400.000 euro del 2019 si scende a 28.775.281. La spesa media pro-capite per cenone si attesta a 93,4 euro a persona, inferiore al 2019 quando è stata di 98,5 euro. Il probabile passaggio in zona gialla della Lombardia, inoltre, stima l’ufficio studi di Confcommercio Milano, comporterà per la ristorazione 15,74 milioni di euro di consumi persi alla settimana con un calo di oltre l’8% (8,05%).

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