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Il nuovo Hassler: accessibile e sorridente con i piatti di Marcello Romano del Salone Eva

La nostra recensione del Salone Eva dell'hotel Hassler di Roma: dalla capasanta al nero di seppia allo strepitoso gelato al babà

Pubblicato:02-11-2023 19:22
Ultimo aggiornamento:02-11-2023 19:42
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ROMA – Immaginate un altro Hassler: accessibile, familiare, accogliente. Certamente lussuoso come sempre, ma lontano dallo sdegnoso distacco elitaristico di tanti hotel a 5 stelle. Immaginate di potervi cenare senza timori reverenziali, senza sentirsi fuori posto, nonostante il fasto e la magnificenza delle sale da pranzo e della vita sul rooftop. Pensate, infine, ad uno chef sorridente e dalle mani sapienti, che porti in tavola i sapori della sua infanzia napoletana, rivisitati in chiave contemporanea e gourmet, con la sua capasanta fritta al nero di seppia o il risotto con crema di cima di rapa e granchio reale, e polvere di olive nere. Ed infine immaginate un servizio impeccabile che può diventare anche più informale, se chi è seduto al tavolo ne ha voglia. Ecco, ci troviamo nel nuovo Hassler di Roma. Nuovo perché la gestione di Roberto Junior e Veruschka Wirth, i figli del fondatore Roberto, scomparso nel 2022, ha impresso allo storico albergo romano un’identità nuova. Elegante, raffinata, ma anche alla portata di tanti. Almeno a tavola, che era la cosa che ci interessava approfondire.

Abbiamo deciso di recarci all’Hassler per testare, letteralmente, i piatti e i servizi offerti da Salone Eva, uno dei due ristoranti presenti nell’hotel. L’altro è il celebre Imago, stellato, collocato al penultimo piano dell’edificio. Ma quello che volevano provare erano soprattutto gli strepitosi piatti dello chef Marcello Romano e il servizio diretto alla regia dal restaurant manager Andrea Moschetti. E il risultato è stato sorprendente.

Facciamo un passo indietro. L’hotel Hassler di Roma si trova a Trinità dei Monti, a pochi metri dalla scalinata più famosa del mondo, quella di piazza di Spagna. Per anni, prima dell’arrivo degli alberghi a 5 stelle che stanno caratterizzando questo nuovo rinascimento romano (i vari Bulgari, Six Sences, W, o il nuovo Ambasciatori), prima dell’approdo delle grandi catene internazionali, l’Hassler è stato considerato l’hotel più lussuoso di Roma. E probabilmente lo è ancora, con le sue suite a 2500 euro a notte e gli appartamenti presidenziali il cui costo è decisamente più alto ma anche molto, molto, riservato. Amatissimo negli Stati Uniti e nel jet set di Hollywood e dintorni all’Hassler alloggiano quasi tutti i divi a stelle e strisce in arrivo nella Capitale, da Madonna a Tom Cruise, fino a John Malkovich e Russell Crowe. Ma se dormire qui non è certo per le tasche di tutti, mangiare nei suoi ristoranti è invece un’esperienza possibile.


Due le possibilità: uno spuntino o un aperitivo sulla ‘Terrazza Hassler’, al settimo piano, affacciati sulla più stupefacente vista panoramica di tutta Roma, con l’occhio che spazia da San Pietro al Vittoriano. Qui alle 17 è anche possibile prendere parte al rito e alla degustazione di the. Oppure un pranzo o una cena al Salone Eva, al piano terra, tra quadri d’epoca e stoffe. Si mangiano e si bevono le stesse cose, anche se sul rooftop il restaurant manager Andrea Moschetti predilige una proposta più agile mentre sui divani del piano terra del Salone Eva si può scegliere il menù completo che, parola di chef, consente una cena di un paio di portate al costo di 90 euro che salgono fino al doppio in caso si decida di ordinare quattro portate. Eccoci arrivati al dunque: cosa propone lo chef Marcello Romano ai suoi ospiti?

IL MENU’ PROPOSTO DURANTE LA SERATA

Per la nostra cena, dopo un passaggio in terrazza per un aperitivo con un tris di frittini di pasta, uno con tonno e olive, l’altro con patate e provola e, infine, il terzo con besciamella e piselli, il tutto accompagnato da chips vegetali e calici di champagne Bollinger rosè, il menù è stato questo: capasanta fritta con panatura di pan panko aromatizzata al nero di seppia, accompagnata con purea di patate viola, servita con taccole, mela verde color rosso e gel di lime. Risotto con crema di cima di rapa e granchio reale, con polvere di olive nere. Rombo su crema di funghi con porcino, patate disposte a portafoglio e zucca tagliata fine e scottata. Omaggio al Foliage d’autunno per dessert con un semifreddo alla nocciola con il cuore di sorbetto al mandarino. Ed infine gelato al babà. Il primo morso della capasanta è stata una folgorazione e il piatto l’abbiamo trovato di un’eleganza poche volta provata. Il gelato al babà (realizzato come il precedente dessert dalla Pastry chef Martina Emili) ha lasciato letteralmente il segno nel palato, con un sapore di un’intensità e una persistenza rara che, come promesso da Romano, ci ha lasciato la sensazione “di aver appena lasciato Napoli o il Vesuvio”. In mezzo ecco gli altri sapori dell’infanzia di Romano: il gusto potente delle cime di rapa del risotto o la raffinata zucca appena scottata, perfettamente abbinata ad un rombo, compatto, morbido e molto saporito.

LA FILOSOFIA DELLO CHEF MARCELLO ROMANO

“Sono cresciuto con i profumi del cibo che veniva preparato dalla mia famiglia- ci ha spiegato Romano al termine della cena- ricordo mattinate intere passate a letto con il profumo del ragù napoletano che cuoceva e che per me era come un abbraccio. Qui ho voluto ricreare questa atmosfera. Ad un certo punto ho dovuto scegliere: avrei potuto prendere Imago o restare qui al Salone Eva. Non ho avuto dubbi: sono rimasto qui, dove il rapporto con la cucina e gli ospiti è differente. Ma per ricreare tutto questo devo ringraziare tutta la mia squadra”.

LE RICHIESTE DI TOM CRUISE

Romano potrebbe raccontare aneddoti e storie di tantissimi divi passati per queste sale. L’ultimo di questi è stato Tom Cruise, che all’Hassler ha alloggiato tre mesi durante le riprese romane dell’ultimo capitolo della saga cinematografica Mission Impossible. “Una volta- ricorda Romano- ero appena tornato a Napoli nel mio giorno di riposo quando iniziò a squillare il telefono. ‘Torna subito, Cruise vuole la cena preparata dallo stesso cuoco dei giorni scorsi’. Ho dovuto lasciare la valigia a casa e sono ripartito subito per Roma. Ma l’ho fatto con grande piacere. E’ stata una grande gratificazione per me. Un’altra sera Cruise aveva finito di girare in piena notte. Venne da me e mi chiese per cena un Cheesburger ‘ma a regola d’arte’. Lo abbiamo accontentato con un panino con filetto e costata di scottona. Io, però, questo servizio lo rifarei per tutti. Perché per me ogni ospite è davvero speciale. E’ qualcuno di importante”. E noi questo calore, nelle sue parole, nella sua accoglienza e nei suoi piatti, lo abbiamo ritrovato tutto.

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