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Santori: “Pd gravemente malato”. La rivolta dei dem bolognesi: “Ci sputa addosso, ora basta”

Il vicesegretario del Pd Bologna, Matteo Meogrossi, attacca il fondatore delle Sardine

Pubblicato:30-09-2022 10:26
Ultimo aggiornamento:30-09-2022 14:30

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BOLOGNA – L’ennesimo affondo di Mattia Santori sul Pd manda su tutte le furie i dem bolognesi. Ad uscire allo scoperto è il vicesegretario della Federazione, Matteo Meogrossi, raccogliendo diversi consensi su Facebook con un duro commento all’intervista rilasciata oggi al ‘Resto del Carlino’ dal fondatore delle Sardine, ora consigliere comunale del gruppo Pd e delegato del sindaco Matteo Lepore. Santori, che in passato aveva bollato come “tossico” il marchio Pd, ora definisce “gravemente malato” il partito guidato dal segretario uscente Enrico Letta. Per Meogrossi la misura è colma.

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“Un giorno tossici. Oggi malati. Un partito dal quale secondo Santori devono uscire alcune persone altrimenti lui non si iscrive e un’altra serie di teorie interessanti. Ma dire basta a chi eletto con il Pd passa il suo tempo a sputare addosso al Pd, no?”, scrive il vice della segretaria Federica Mazzoni, stretto collaboratore di Andrea De Maria nella campagna elettorale che lo ha confermato parlamentare. “Più che altro – aggiunge Meogrossi – lo dobbiamo a quelle migliaia di militanti, volontari e volontarie che si fanno in quattro per questo Partito da sempre, senza chiedere nulla”.


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Posizione, quella di Meogrossi, non certo isolata, visto che il post di Meogrossi riceve i ‘like’ di diversi dirigenti e amministratori del Pd bolognese come Matteo Ruggeri e Valerio Gualandi (anche loro componenti della segreteria), i consiglieri comunali Franco Cima e Loretta Bittini (che commenta: “Non ho voglia di essere insultata”), Adriana Lo Cascio (presidente del quartiere San Donato-San Vitale), Paolo Cavalieri (consigliere di quartiere al Santo Stefano: “Uno che è stato eletto avendo la possibilità di utilizzare il simbolo del nostro partito quanto meno dovrebbe averne più rispetto”) e Anna Chiara Strapazzon. La segretaria dell’Unione Pd Santo Stefano interviene anche sul proprio profilo: “Ringraziamo tutti coloro che dalle pagine dei giornali e sui social si affannano a consigliarci di di sparire di fatto, azzerare la classe dirigente, cambiare il nome, ribaltare tutto, cancellare programmi passati presenti e futuri. Soprattutto se costoro non sono iscritti al Pd e magari non lo hanno neppure votato e hanno continuato a sparare sul Pd per mesi e anni. Grazie dei preziosi consigli, ma cosa fare lo decideremo insieme agli iscritti”.

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Ma tra i commenti al post di Meogrossi c’è anche quello del sindaco di Molinella, Dario Mantovani, che rappresenta la minoranza del partito bolognese avendo corso per la segreteria contro Mazzoni: “Ben svegliati. Per non mandare in Consiglio comunale questa roba qui, bastava non candidarla però“. Si fanno sentire anche i sostenitori di Mantovani al congresso, come gli ex consiglieri comunali Raffaella Santi Casali (“Quel che uno vuole non è mai troppo. Godetevelo”) e Piergiorgio Licciardello (“Comunque vada sarà uno sballo…”).

SANTORI: “PD SVUOTATO E DI APPARATO, MA BALLEREMO ANCORA INSIEME”

Dopo le bordate a mezzo stampa sul Pd e la seguente reazione dei dem di Bologna, espressa principalmente per mano del vicesegretario Matteo Meogrossi, Mattia Santori tiene il punto (“Caro Pd, sei acciaccato, solo, senza energie”) ma allo stesso tempo smorza in parte i toni e tende la mano: “Torneremo a fare festa, insieme. Lo abbiamo già fatto e possiamo rifarlo”. Certo non fa sconti, nell’attesa. In quindici anni “hai polverizzato undici segretari, senza mai imboccare la strada del ricambio. E l’unico che ti ha portato alla vittoria oggi ti rinnega (e viceversa)”, scrive su Facebook il fondatore delle Sardine e consigliere comunale del gruppo Pd, nonché delegato del sindaco Matteo Lepore.

“Vieni dal secondo peggior risultato elettorale della tua storia. Puntavi a cambiare tutto – continua Santori, sempre rivolgendosi idealmente al Pd – ma sei tornato al punto di partenza. Nonostante due anni di Piazza Grande e nove mesi di Agorà alla fine ha vinto di nuovo l’apparato, ha prevalso l’equilibrismo“. E poi: “Il tuo storico avversario democristiano, Pier Ferdinando Casini, oggi celebra il suo undicesimo mandato in Parlamento, mentre la tua presidente, la giovane e vincente sindaca Valentina Cuppi, resta a Marzabotto a presidiare il focolare dell’antifascismo, che almeno a parole ti era tanto caro”.

La casa del Pd “è in tumulto. C’è scontento, malumore, rancori. Molti ti chiedono dove pensi di andare, qual è il tuo ruolo. La crisi di identità – scrive Santori – questa volta è pesante. Mai come oggi avresti bisogno di aprire porte e finestre per fare entrare nuova aria, nuove idee e, soprattutto, nuove persone. Per tua fortuna c’è ancora gente sull’uscio di casa”. C’è gente, prosegue l’ex Sardina, che “ti guarda con sospetto, la tua reputazione non è certo idilliaca. La inviti ma lei non entra. Provi quindi a spiegargli che quella è anche casa sua, che le cose si cambiano da dentro. Ma in fondo non ci credi neanche te. Tant’è che appena entrano ti irrigidisci”, manda a dire il consigliere comunale: “D’improvviso sei tu che guardi loro con sospetto. Sono giovani, sono ‘stranieri’, sono diversi. Si sono portati le tende, ti criticano l’arredamento, non gli piace quello che cucini. Ti mettono in crisi, sono idealisti, rompono i coglioni”.

A quel punto, dice Santori, “hai due soluzioni. Li tieni alla larga, e ti ributti a cercare l’ennesimo segretario ‘telefonato’, destinato a imbrigliarsi tra gruppi parlamentari che remano contro e territori che si mantengono fedeli ai signori delle tessere. Oppure, ti armi di pazienza e coraggio e sfidi la tua comfort zone – scrive il consigliere comuanle – Non solo gli apri la porta ma, dopo avergli spiegato le regole di sana convivenza, gli consegni le chiavi di casa, ti fai aiutare a riarredarla, gli chiedi di invitare gli amici”.

Il bivio è tra “un lento declino” oppure, anche se “l’inizio sarà burrascoso”, una strada che porterà a dire che “la nostra casa sta diventando via via più bella, più accogliente”. Così “nessuno sarà rottamato, ma tutti saremo rigenerati. Torneremo a fare festa, insieme. Lo abbiamo già fatto e possiamo rifarlo. Ci sarà chi balla e chi brontola. E state pur certi che noi saremo tra i primi“, conclude Santori aggiungendo l’hashtag “costituente”. Sulle interviste di Santori e le arrabbiature nel Pd non interviene, almeno per ora, Lepore: “Mi devo informare”, si limita a dire a margine di una conferenza stampa in Comune.

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