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Mattarella ricorda l’eccidio di Marzabotto: “Libertà, democrazia e giustizia sociale sono pilastri irrinunciabili”

Nel 77esimo anniversario della strage di Monte Sole, il presidente della Repubblica ricorda i "luoghi di memoria e sacrari di pace, non soltanto per la Repubblica italiana ma per l'intera Europa"

Pubblicato:29-09-2021 11:39
Ultimo aggiornamento:29-09-2021 11:39
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ROMA – “Marzabotto e Monte Sole furono teatro settantasette anni fa di un eccidio di civili spietato e feroce compiuto dalle SS nel nostro Paese. Si raggiunse in quei giorni, tra il 29 settembre e il 5 ottobre del ’44, pur nel contesto della ritirata delle truppe tedesche, il culmine di una strategia di annientamento che non risparmiò bambini e anziani, giungendo a sterminare persone del tutto incapaci di difendersi e fedeli riuniti all’interno della loro chiesa”. Lo dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

L’orrore di quella ‘marcia della morte’– aggiunge- e il sangue innocente versato divennero simbolo della furia distruttrice della guerra, della volontà di potenza, del mito della nazione eletta. Un simbolo che la resistenza popolare e il desiderio di pace e libertà hanno saputo capovolgere nell’avvio di un percorso di costruzione democratica e civile, fondato sui diritti inviolabili della persona e della comunità”.

Oggi, sottolinea il Capo dello Stato, “Monte Sole e Marzabotto, insieme ai vicini Comuni di Monzano e Grizzana Morandi, sono luoghi di memoria e sacrari di pace, non soltanto per la Repubblica italiana ma per l’intera Europa. Sono segni indelebili, che troviamo nelle radici della Costituzione e che hanno dato origine al disegno di un’Europa unita nei suoi valori comuni”.


“Il ricordo di quanto avvenuto- continua Mattarella-, che doverosamente si ripete in forme aperte e pubbliche, rinnova anche l’impegno che la Repubblica e le comunità locali assumono nei confronti delle giovani generazioni. Occorre avvertire la responsabilità di testimoniare ancora i sentimenti, i sacrifici, gli ideali che hanno spinto il nostro popolo, insieme agli altri popoli europei, a far prevalere la civiltà sulla barbarie e ad affermare la libertà, la democrazia, la giustizia sociale come pilastri irrinunciabili della nostra vita”.

CASELLATI: “LA MEMORIA È IL PRIMO ARGINE PERCHÉ NON SI RIPETANO SIMILI ATROCITÀ”

“Oggi ricordiamo una violenza cieca e inumana, incomprensibile agli occhi di chi crede nei diritti e nella dignità di ogni individuo. Fra l’estate e l’autunno del 1944 Marzabotto e Monte Sole furono teatro di una delle più feroci stragi della nostra storia. Le truppe naziste, con l’aiuto di guide e informatori fascisti, trucidarono 770 persone inermi, di cui 217 bambini. La memoria resta il primo, insostituibile argine perché non si ripetano simili atrocità. Perché senza memoria, la distanza nel tempo non è un riparo sicuro”. Lo ha dichiarato il presidente del Senato Elisabetta Casellati nel 77esimo anniversario della strage di Marzabotto.

FICO: “LA CONOSCENZA DELLA VERITÀ CI AIUTA A CAPIRE DA DOVE VENIAMO E DOVE VOGLIAMO ANDARE”

“Sono trascorsi 77 anni dai tragici fatti che tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 annientarono le popolazioni del comune di Marzabotto e delle colline di Monte Sole. La ‘marcia della morte’ delle truppe naziste, dopo aver seminato orrore e morte a Sant’Anna di Stazzema, proseguiva la sua scellerata missione, secondo un rituale ormai consolidato di rastrellamenti, distruzioni ed eccidi”. Così il presidente della Camera dei deputati Roberto Fico in occasione dell’anniversario della strage di Marzabotto.

Fico ricorda che “quella mattina del 29 settembre ad essere colpita da tanta ferocia fu la popolazione di Marzabotto: persone inermi – tra cui moltissimi bambini – furono trucidati senza pietà. Il ricordo di tanto orrore è rimasto vivamente impresso nella memoria collettiva del Paese. La Camera ha creato un portale che consente l’accesso ai documenti formati ed acquisiti dalle commissioni parlamentari di inchiesta tra cui quella che ha indagato sulle anomale archiviazioni provvisorie e sull’occultamento dei 695 fascicoli ritrovati nell’armadio della vergogna, riguardanti circa 15mila vittime di crimini nazifascisti”.

Conclude il presidente della Camera: “La conoscenza della verità ci aiuta a capire da dove veniamo e, soprattutto, dove vogliamo andare. Fare tesoro del passato serve a non ripetere gli errori, a difendere la nostra democrazia – conquistata con inenarrabili sacrifici – dalle aberrazioni cui conducono l’odio, l’intolleranza, la negazione dell’altro da sé. Un impegno che non deve mai venir meno”.

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