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Storia di Yakub, dal Cas Mattei di Bologna al grande schermo

Il film di Anna de Manincor, selezionato per il Terra di Tutti Film Festival, racconta tre anni di vita di un 17enne arrivato in Italia dalla Nigeria

Pubblicato:28-09-2023 18:08
Ultimo aggiornamento:28-09-2023 18:29
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Yakub
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BOLOGNA – Dal Cas di via Mattei agli schermi cinematografici. “Yakub”, come il nome del protagonista, è un film che racconta un pezzo di vita di un ragazzo arrivato a Bologna dalla Nigeria all’età di 17 anni: “Tre anni di percorso verso l’indipendenza e l’età adulta di un adolescente nigeriano, passando per esperienze di lavoro, formazione e convivenza con due diverse famiglie allargate di coetanei, che permettono a Yakub di chiamare casa la città di Bologna, nonostante lui si ripeta spesso che questa non è la sua destinazione finale”, recita la presentazione del film realizzato da Anna de Manincor, regista del collettivo bolognese ZimmerFrei.

DAL 5 OTTOBRE IL “TERRA DI TUTTI FILM FESTIVAL”

“Yakub” è uno dei titoli della 17esima edizione del Terra di Tutti Film Festival, la rassegna di cinema sociale promossa da WeWorld e Cospe che si svolgerà a Bologna dal 5 all’8 ottobre (e online fino al 15 su Mymovies). Il film rappresenta “una fotografia della vita di Yakub e di una possibilità sprecata, che era quella del sistema di accoglienza Sprar progressivamente svuotato e smantellato a partire dal primo governo Conte”, sottolinea in conferenza stampa Massimo Carozzi di ZimmerFrei.

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IN ANTEPRIMA LA WEBSERIE “L’ORA DI ALTERNATIVA”

Nel programma del festival anche la presentazione in anteprima della webserie “L’ora alternativa”, prodotta da Cospe e firmata dalla casa di produzione indipendente Koala Joint Venture. “Un’opera in quattro episodi, un mosaico di storie con protagonisti ragazzi e ragazze di seconda generazione che non frequentano l’ora di religione e portano sullo schermo il proprio vissuto e la propria adolescenza”. La serie ritrae giovani di seconda generazione “non come delle vittime, né come degli alieni, ma come ragazzi e ragazze che desiderano avere una vita normale e spensierata come i loro coetanei”, afferma il regista Ali Ben Mohamed.

UN SEMINARIO SULLE CRISI “COMPLESSE E DIMENTICATE”

Ma “Yakub” e “L’ora di alternativa” sono solo due delle numerose proposte del Terra di Tutti, che quest’anno offre 23 proiezioni in Cineteca (tra cui sette prime italiane) oltre ad eventi fuori sala con ospiti da tutto il mondo: ad esempio Stefano Liberti (giornalista), Sara Manisera (regista), Alessandro Cinque (fotogiornalista, tra i vincitori del World Press Photo 2023), Francesco Bellina (fotografo documentarista) e Cintia Guajajara (attivista dal Brasile). Ad aprire il festival, il 5 ottobre, un seminario di formazione realizzato in collaborazione con la Fondazione dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna: “Crisi complesse e crisi dimenticate: luci e ombre dell’informazione mainstream”.

UN FESTIVAL CHE PARLA DI CONFLITTI, MIGRAZIONI E DIRITTI

Il Terra di tutti vuole “parlare di conflitti armati, di migrazioni, di carestie e diritti umani: tutta quella parte palpabile di mondo che spesso nel mainstream non appare ma che è importante portare a visione”, afferma il direttore Jonathan Ferramola. Due temi portanti di questa edizioni sono la crisi climatica e la partecipazione giovanile, sottolinea Erica Scigliuolo di WeWorld, aggiungendo che i titoli selezionati e gli altri eventi sono pensati proprio per “creare una connessione tra questi due mondi”. L’obiettivo si conferma quello di “guardare da un lato a quello che accade nei nostri territori e dall’altro al mondo”, rimarca Anna Meli del Cospe. L’anno scorso il Terra di Tutti “è stata una delle rassegne più seguite nell’intera stagione del Lumiere”, Paolo Pellicano della Cineteca, “con i numeri delle rassegne dedicate a Lynch o Hitchcock. Il festival ogni anno “mette in relazione il nostro territorio con il resto mondo e soprattutto con quella fetta di mondo che non sempre è sotto i riflettori”, evidenzia Rossella Fino del settore Cultura del Comune.

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