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Caso Massaro, la filosofa Ferri: “Togliere un figlio a una madre senza reati è contro diritto”

"Le Commissioni giustizia dovrebbero meglio identificare i problemi e le loro origini"

Pubblicato:28-09-2021 14:31
Ultimo aggiornamento:28-09-2021 14:33
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ROMA – Dopo la decisione della Corte d’Appello di rinviare al 2 novembre l’udienza sulla richiesta di sospensiva presentata da Laura Massaro, accusata di alienazione parentale, per scongiurare il prelievo di suo figlio, la Dire ha intervistato la filosofa e docente Rita Ferri che sul caso, come su altri, si è espressa anche con pubblicazioni e lavori di ricerca. La motivazione del rinvio è stata determinata, come riferito in udienza, dall’incompatibilità di due dei tre giudici onorari che sedevano nel collegio che a luglio aveva rigettato la richiesta della ‘mamma coraggio’. Simonetta Nocera, nonna del piccolo e mamma di Laura Massaro, dopo il rinvio ha protestato davanti al ministero della giustizia commentando alla Dire: “Se ne sono accorti ieri, dopo due mesi?”.

“Come da giusta rivendicazione da parte della mamma di Laura Massaro- ha puntualizzato Rita Ferri- quello dei tempi è purtroppo solo uno dei deficit. Ancora, più a fondo, è possibile rilevare – attraverso gli atti processuali e le giustificazioni motivazionali – una sempre più diffusa inosservanza del diritto formale e sostanziale, insieme a un venir meno della funzione nomofilattica della Corte di Cassazione e a una perdita dell’interesse al perseguimento della finalità di giustizia”.
Ha continuato la filosofa: “Nel caso Massaro la questione si rende più amara poiché coinvolge un bambino innocente che non pare affatto rispettato nei suoi diritti fondamentali. Questi casi sono veramente molteplici e vanno a incidere sul legame più forte in natura: quello tra le madri e i loro figli. In taluni casi, si tratta di un potere di pressione che diviene vera e propria tortura: ben facile da potersi esercitare e, per questo, ancor più bieco e miserabile. Teoricamente, lo strumento delle leggi vigenti è già tale, per quanto perfettibile, da poter essere utilizzato per affermare i valori dello stato di diritto, lì ove possano emergere, sul piano processuale, motivi di eccesso o abuso di potere. Sottrarre un minorenne alle ottime cure di una madre, che non ha commesso alcun reato, né contro il medesimo, né contro alcuno, è- ha ribadito- in contrasto con i fondamenti costitutivi del diritto soggettivo inalienabile”. “Spetta al legislatore di formulare norme su ogni magistratura (articolo 108 della Costituzione), efficaci a rendere fortemente svantaggioso l’esercizio della illegittimità, illegalità e illiceità, in contrasto a ogni abuso, omissione e parzialità. Le stesse Commissioni giustizia- ha spiegato Ferri- che, insisto, posseggono egual capacità di procedere alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria (articolo 82 della Costituzione), dovrebbero meglio identificare, motu proprio e con i propri esclusivi ausili, i problemi e le loro origini per meglio diffondere consapevolezza e consenso trasversale entro le aule ove si decidono le leggi. Il potere legislativo è più forte rispetto agli altri due poteri poiché non solo direttamente rappresenta i cittadini, ma anche perché rappresentativo delle diverse istanze che vengono espresse con la votazione”.

“Questi casi- ha concluso Ferri- sono veramente tanti e sempre più evidenziati dalla stampa. Tuttavia, si tende ancora ad attribuirne la circoscrizione d’interesse entro un ambito individuale che riguarda esclusivamente lo spazio riservato alle donne e ai loro figli minorenni. Si fatica a comprendere che – carta canta dei fascicoli processuali – si tratta non di un problema legato a una categoria di genere, ma di un vero e proprio dramma che riguarda la negazione di diritti fondamentali tout court e che riguarda un problema relativo alla tenuta dei contenuti sostanziali dello ‘stato di diritto’ e della nostra democrazia”.

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