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Silb avverte il Governo: “Riaprite le discoteche o protesteremo rumorosamente”

I locali da ballo dell'Emilia-Romagna minacciano di far sentire il proprio disappunto, dopo il parere negativo del Cts alla riapertura

Pubblicato:28-09-2021 12:45
Ultimo aggiornamento:28-09-2021 12:45

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RIMINI – O si torna a ballare in pista oppure le discoteche dell’Emilia-Romagna sono pronte “a forme di protesta rumorose di cui si parlerà”. È agitato il Silb-Fipe dell’Emilia-Romagna di fronte al “parere negativo” dato dal Cts per la riapertura dei locali da ballo. “Ancora una volta- lamenta il presidente Gianni Indino- siamo stati trattati come dei reietti, come gli ultimi”.

Domani, aggiunge, il Governo tradurrà in Decreto le indicazioni degli esperti che “vogliono l’aumento le capienze di musei al 100%, teatri, sale da concerto e cinema dal 50% all’80% al chiuso e al 100% all’aperto, degli stadi, dal 50% al 75%, e dei palazzetti che dal 25% salgono al 50%”. Tuttavia “sul futuro” delle discoteche “rimane un silenzio assordante, nonostante le sollecitazioni del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti“.

Dietro la richesta di riaprire, prosegue Indino, c’è “una schiera bipartisan di sostenitori, che al momento però non è stata mai ascoltata dal Governo”. Per questo il presidente è “molto preoccupato” per la “sentenza” di domani, con “il rischio più che mai tangibile che nemmeno stavolta, dopo ormai due anni di chiusura, le istituzioni risponderanno alle nostre istanze di riapertura”. Certo, precisa, “di ufficiale ancora non c’è niente”, ma in base ai rumors romani “ci sarà solamente una serie di imprese, di settori, che potrà tornare a lavorare con capienze aumentate”. Ai locali da ballo, ribadisce, non è stata data “nessuna possibilità di spiegare al tavolo del governo le nostre ragioni, né ci è stata data alcuna motivazione ufficiale per la quale dobbiamo restare ancora chiusi”.


Per questo ora “la misura è davvero colma“: “Non accetteremo più misure restrittive e siamo pronti a forme di protesta diverse da quelle rispettose delle regole messe in campo finora”. Servono infatti “decisioni forti per ribadire la nostra contrarietà ad un comportamento al limite del persecutorio”, non dare la possibilità di riaprire con ingresso con green pass “stride anche in relazione alle ultime indicazioni del Cts”.

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