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Caso Kahshoggi, Renzi: “Condanno vicenda, ma rapporti con Arabia Saudita necessari”

Il leader di Italia Viva interviene dopo le polemiche legate alla sua partecipazione all'evento 'Neo-Renaissance' di Riyad e alle rivelazioni circa la responsabilità di Mohammad bin Salman nell'omicidio del giornalista dissidente Jamal Khashoggi

Pubblicato:28-02-2021 11:31
Ultimo aggiornamento:01-03-2021 15:57
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matteo renzi
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ROMA – “Ricevo molti attacchi da PD, Leu e soprattutto Cinque Stelle che, strumentalizzando una tragedia come quella dell’uccisione del giornalista saudita Khashoggi, mi invitano a chiarire rispetto alla mia partecipazione all’evento ‘Neo-Renaissance’ di Riyad, la quarta edizione di quella che viene chiamata la ‘Davos del Deserto’, alla quale partecipano regolarmente moltissimi leader della finanza e della politica provenienti da tutto il mondo. ‘Sorprende il silenzio di Renzi’, dicono all’unisono. Peccato che di questa vicenda io abbia già parlato in molti giornali e tv: dal ‘Corriere della Sera’ a ‘la Repubblica’, da ‘Carta Bianca’ a ‘l’Aria che Tira’. E all’estero abbia risposto alle domande della BBC, di SkyNews, di Channel4, di ‘Le Monde’, di ‘El Pais’, del ‘Die Zeit’, del ‘Financial Times’. E questo loro lo chiamano silenzio?”. Matteo Renzi lo scrive sulla sua enews.

“Se c’è una cosa che mi caratterizza è che io non scappo mai davanti ai problemi. E sono abituato a metterci la faccia”. Renzi, leader di Italia viva, ribatte così alle polemiche legate alla sua partecipazione all’evento ‘Neo-Renaissance’ di Riyad e alle rivelazioni circa la responsabilità di Mohammad bin Salman nell’omicidio del giornalista dissidente Jamal Khashoggi.

“SONO UNITI CONTRO UN AVVERSARIO, ME”

“Sono, del resto, felice perché in queste settimane, dopo la fine dell’esperienza del Governo Conte (l’ex premier, peraltro, ha ripreso a insegnare proprio a Firenze, auguri sinceri di buon lavoro), i Cinque Stelle, il PD e persino LeU sono dilaniati da polemiche interne- afferma Renzi- Litigano su tutto, a cominciare dai posti al governo. Sono davvero felice di essere uno dei rari motivi di unità: si ricompattano solo per sparare a zero su di me“. Io, prosegue Renzi, “non ho difficoltà a raccontare dove vado e cosa faccio: sono eventi pubblici registrati su YouTube, sono iniziative sulle quali pago le tasse, rispondo delle mie idee e delle mie azioni ovunque. Se serve sono sempre disponibile a parlare di politica estera in tutti i luoghi, con chiunque, sapendo che la strada per difendere i diritti umani è una strada difficile ma da combattere ovunque. Mi spiace solo che si utilizzi la vicenda saudita per coprire le difficoltà interne italiane e per giustificare un’alleanza dove – come spesso è accaduto a una certa sinistra – si sta insieme contro l’avversario e non per un’idea”.


LE DOMANDE E LE RISPOSTE

“Guidati da un fine osservatore della politica estera quale Alessandro Di Battista, l’uomo che diceva ‘Trump sta facendo meglio di quel golpista di Obama’, gli amici della grande alleanza progressista Leu/Cinque Stelle/Pd stanno da ore attaccandomi per il mio presunto silenzio” sulle rivelazioni circa la reponsabilità di Mohammad bin Salman nell’omicidio del giornalista dissidente Jamal Khashoggi. “Agevolo la comprensione di Di Battista e dei suoi amici, mettendo sotto forma di domande e risposte le cose che ho già detto e che volentieri ribadisco“, prosegue Renzi. È giusto intrattenere rapporti con un Paese come l’Arabia Saudita? “Sì- si risponde il leader di Italia viva- Non solo è giusto, ma è anche necessario. L’Arabia Saudita è un baluardo contro l’estremismo islamico ed è uno dei principali alleati dell’Occidente da decenni. Anche in queste ore – segnate dalla dura polemica sulla vicenda Khashoggi – il Presidente Biden ha riaffermato la necessità di questa amicizia in una telefonata al Re Salman. Biden ha, tuttavia, ribadito la necessità di procedere con più determinazione sulla strada del rispetto dei diritti”. Per quel che riguarda l’omicidio Kashoggi “ho condannato già tre anni fa quel tragico evento e l’ho fatto anche nelle interviste sopra riportate, su tutti i giornali del mondo. Difendere i giornalisti in pericolo di vita è un dovere per tutti- prosegue Renzi- Io l’ho fatto sempre, anche quando sono rimasto solo, come nel Consiglio Europeo del 2015, per i giornalisti turchi arrestati. Difendere la libertà dei giornalisti è un dovere, ovunque, dall’Arabia Saudita all’Iran, dalla Russia alla Turchia, dal Venezuela a Cuba, alla Cina”.

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