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Lavinia Montebove investita all’asilo, l’accusa chiede 2 anni per la maestra e uno per la donna al volante

Nell'udienza di oggi per il caso Montebove c'è stata la requisitoria dell'accuse e le richieste: due anni per la maestra che ha dimenticato Lavinia incustodita nel parcheggio e un anno per l'investitrice che avrebbe potuto evitare l'incidente

Pubblicato:27-11-2023 19:14
Ultimo aggiornamento:01-12-2023 10:33
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lavinia montebove
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VELLETRI – Ha chiesto due anni di reclusione per la maestra Francesca Rocca e un anno per l’investitrice Chiara Colonnelli il pubblico ministero, Giovanni Taglialatela, nell’udienza che si è tenuta oggi al Tribunale di Velletri nel processo sul caso della piccola Lavinia Montebove, investita nel parcheggio dell’asilo nel 2018 a 16 mesi e da allora in stato vegetativo. Una lunga requisitoria in cui il pm, dopo aver definito – come già nell’udienza scorsa – l’asilo Fattoria di Nonna Cocca “una struttura priva di organizzazione”, ha ricostruito i fatti di quel 7 agosto 2018.

In aula i genitori della piccola: Massimo e Lara. I bambini erano stati portati fuori dall’asilo, nell’area giochi della struttura e al parcheggio, per poi rientrare velocemente con i piccoli perché uno aveva un bisogno fisiologico. A quel punto Lavinia sarebbe stata dimenticata nel parcheggio o all’ingresso dell’asilo – ha ricostruito il pm – disattendendo gli obblighi di vigilanza, custodia e diligenza. Lavinia sarebbe rimasta sola per numerosi minuti. A quel punto è sopraggiunta Chiara Colonnelli che in macchina non ha visto la piccola e l’ha investita. Lei e la maestra decidono quindi di portare Lavinia in ospedale a Velletri senza chiamare i soccorsi e lasciando gli altri bambini nell’asilo. Da qui l’accusa di abbandono di minore per la maestra Francesca Rocca che si aggiunge alla prima accusa di lesioni colpose gravissime nei riguardi di Lavinia.

Taglialatela in aula ha anche ricordato come la maestra subito dopo l’incidente abbia chiesto a una collaboratrice di pulire le macchie di sangue relative all’investimento della piccola e ha ricordato le testimonianze dubbie dei testi della difesa e in particolare quella di una donna di Velletri che è stata poi denunciata per falsa testimonianza dai genitori di Lavinia. Per il pm anche la posizione della Colonnelli ha profili di responsabilità perché sapeva che in quell’area potevano esserci dei bambini e soprattutto perchè la curva è stata presa in maniera stretta per ammissione della stessa investitrice. Per Taglialatela, che ha parlato di cecità colpevole, c’erano tutte le condizioni dell’avvistabilità e si poteva in astratto impedire questo incidente.


È intervenuta poi l’avvocata dei genitori di Lavinia, Cristina Spagnolo, che ha condiviso le posizioni del pm e ha ricordato come Lavinia abbia perduto da quel giorno l’infanzia ritrovandosi in uno stato vegetativo irreversibile. Spagnolo ha anche ricordato che l’asilo era diventato abusivo per il mancato rispetto delle normative legate ai nidi famiglia e che doveva sussistere un obbligo, non rispettato, di un maestro ogni 5 bambini.
È fissata al 18 dicembre la prossima udienza con la parola alla difesa, e si conosceranno i tempi della sentenza.

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