“Marciare uniti per sconfiggere il virus”. Il presidente del consiglio Giuseppe Conte incontra le categorie interessate dal dpcm 24 ottobre e le mette al corrente delle misure che il consiglio dei ministri adottera’ “in tempi record” al fine di limitare l’impatto sull’economia. Scelte come le chiusure di cinema e teatri, sono state sofferte ma necessarie: troppo alta la curva del contagio, dice Conte. Torna a chiedere una modifica del dpcm, invece, Matteo Renzi. “Non siamo yes men”, dice Renzi all’indirizzo del segretario Pd Nicola Zingaretti, che lo aveva invitato a non tenere il piede in due staffe, quella del governo e quella dell’opposizione all’esecutivo. In serata il premier riunisce i capigruppo di maggioranza. “Non sara’ una riunione proforma”, avvertono i renziani.
Arrivano gli indennizzi per le imprese colpite dalle restrizioni dell’ultimo Dpcm. Chi è stato costretto a chiudere, come palestre e piscine, otterrà il doppio del ristoro incassato durante il lockdown di marzo e aprile. Le attività che invece hanno subito una limitazione dell’orario, come i bar e i ristoranti, riceveranno il 150% in più. I ristori stabiliti dal governo saranno accreditati il 15 novembre con un bonifico dell’Agenzia delle entrate. Potranno accedere ai sussidi anche le aziende con fatturato superiore ai 5 milioni di euro, escluse dai precedenti provvedimenti, in questo caso bisognerà fare domanda e i soldi arriveranno entro il 15 dicembre. Soddisfatto il ministro Roberto Gualtieri che parla di “tempi record” per sostenere l’economia.
Il Natale è a rischio? Se il premier Giuseppe Conte ha chiesto sacrifici anche per salvare la festa nazionale più sentita, il Rapporto Censis-Confimprese avverte che un lockdown durante le feste costerebbe all’Italia 25 miliardi di euro. A fine anno, con la seconda ondata di restrizioni che si somma al lockdown primaverile, il crollo dei consumi potrebbe arrivare a 229 miliardi. Un appello a maggiore “incisività e organizzazione” arriva da Legacoop che chiede al governo di confrontarsi sulle scelte necessarie. “Sono contento che domani i sindacati incontreranno il governo, ma sarei felice che anche il mondo cooperativo venisse coinvolto”, dice il presidente Mauro Lusetti. E il leader della Cgil Maurizio Landini sottolinea che “bisogna evitare di chiudere le imprese e perdere posti di lavoro”.
Si moltiplicano in tutta Italia le proteste nelle piazze per manifestare contro le chiusure anticipate previste nell’ultimo decreto. Stasera partite Iva e lavoratori si sono dati appuntamento in piazza del Popolo a Roma per una manifestazione ancora non richiesta in Questura. Nella notte ci sono stati duri scontri a Milano. Trecento persone in strada, lancio di molotov e un agente ferito. Sventato un assalto al palazzo della Regione Lombardia. Questa mattina tassisti in piazza anche a Napoli, in cento protestano contro la decisione di chiudere i ristoranti alle 18. La misura – dicono- mette in ginocchio la categoria. Davanti Montecitorio e’ stata la volta del settore congressi e convegni. Lo stop agli eventi- denunciano- e’ discriminatorio. Ora servono veri ristori o il settore chiude.
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