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Taglio parlamentari, Calenda: “Voto no, vera casta sono i 5 stelle”

Calenda spiega che voterà no "a una riforma che peggiorerà la qualità del lavoro del Parlamento"

Pubblicato:26-08-2020 08:57
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:47
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ROMA – “La vera casta è chi arriva in Parlamento senza alcuna competenza, imbroglia gli elettori sul doppio mandato e demolisce le istituzioni con la complicità degli alleati di Governo. Solo i cittadini possono fermare questa deriva”. Lo scrive su facebook Carlo Calenda, leader di Azione, che rilancia una sua intervista al quotidiano ‘La Repubblica’, dove afferma: “Il referendum? Vedo scene sconcertanti. La Lega prima dice sì e poi dice no. Pd e Iv prima votano tre volte no, poi votano sì solo perché devono compiacere i 5S. E poi non decidono che indicazione di voto dare agli elettori. Intanto gli italiani scelgono persone inadeguate, spinti dall’arrabbiatura o dall’odio per gli avversari, e poi vogliono punire quelli che loro stessi hanno indicato. Sono trent’anni che si va avanti così, basta”.

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E poi aggiunge: “Io so solo che già oggi il Parlamento non lavora abbastanza e con il taglio di deputati e senatori lavorerà ancora meno. Il principale problema dell’Italia è quello delle persone del tutto inadeguate che fanno i parlamentari. Per me il massimo della casta sono i Luigi Di Maio; gente che non ha mai fatto nulla, e poi diventa parlamentare. Di questo siamo responsabili noi cittadini, perché votiamo spesso per rabbia, verso quelli che abbiamo votato la volta prima. Un paradosso”.


“Io non sto polemizzando” con il Pd, ma “con il progetto dei 5stelle che renderà il Parlamento molto meno efficiente, perché le commissioni lavoreranno male e si determineranno maggioranze diverse tra Camera e Senato. Loro hanno votato questa legge e rivendicano di essere contro la casta, proprio dopo aver fatto una cosa indignitosa, cioè aver eliminato il divieto dei due mandati su cui avevano costruito tutta la loro narrazione politica”. Il mio “è un no a una riforma che peggiorerà la qualità del lavoro del Parlamento“.

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