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Coronavirus, l’assessore ai tempi del colera Cirino Pomicino: “Io tifo per il nord”

Cirino Pomicino, assessore al comune di Napoli durante l'epidemia di colera, dice la sua seull'emergenza coronavirus

Pubblicato:26-02-2020 18:19
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:03

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ROMA – “Da uomo del Sud, che ha vissuto e combattuto in prima linea l’epidemia di colera in Italia nel 1973, faccio il tifo affinche’ il Nord riesca a superare l’emergenza da coronavirus”. Paolo Cirino Pomicino, ricorda bene i giorni in cui, da giovane medico e assessore comunale con la delega ai cimiteri, si dovette anche difendere dall’accusa infondata di aver nascosto i cadaveri dei morti di colera.

“Di quei giorni- racconta all’agenzia DIRE- ricordo che una citta’ tradizionalmente fantasiosa, disordinata e anche sciatta divenne all’improvviso ordinata. Lunghe file per due di persone, in attesa di essere vaccinate. Tanti medici arrivarono in citta’ e coloro che non erano medici aiutavano con l’alcol a sanare dove si erano appena svolte le vaccinazioni. Per molto tempo i napoletani hanno reso lindo e pinto il loro spazio vitale come mai era accaduto prima, dalle macchine alle case, agli uffici”.

Oggi il caos ha invaso il Nord, a cui Pomicino tende la mano. “Solo noi napoletani- sottolinea- sappiamo quanta sofferenza puo’ causare un’emergenza sanitaria“.


Da allora capita che Napoli venga bollata, magari negli stadi italiani, ed anche da gruppi leghisti, con cori offensivi che ricordano quei momenti. “Ma non si augura la morte a nessuno- mette in chiaro Pomicino- tifiamo affinche’ il Nord ne esca il prima possibile, al Sud siamo cosi’, siamo gente generosa”.

L’ex braccio destro di Giulio Andreotti ritiene pero’ eccessiva la decisione del sindaco di Napoli Luigi De Magistris di chiudere le scuole in citta’ fino a sabato per permettere igienizzazione e sanificazione. “Siamo una citta’ non infetta. A meno che non siano insorti casi nella notte, perche’ farlo?”.

Piu’ giuste, secondo Cirino Pomicino, le misure prese nelle ultime ore da Camera e Senato, con controlli delle temperature per coloro che entrano in Parlamento. “Siccome abbiamo parlamentari che arrivano dal Nord, penso che possa essere una misura utile. Purtroppo- conclude- ancora oggi vale le regola secondo cui ogni volta che la politica si muove per qualcosa, le si spara addosso a palle incatenate”.

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