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In piazza tanti uomini: “Mettiamoci in discussione”

In giorni in cui il dibattito pubblico, in televisione e sui social, sembra tristemente ridotto a 'maschi contro femmine', la piazza di Roma mostra finalmente una realtà diversa

Pubblicato:25-11-2023 17:52
Ultimo aggiornamento:25-11-2023 17:53
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ROMA – “Mi rivedo completamente nelle parole di Elena Cecchettin. Oggi la donna, nell’immaginario collettivo dell’uomo, è ancora subordinata. E finché la situazione rimarrà questa, continueranno a ripetersi episodi di violenza”. A parlare è Marco, 27 anni, di Reggio Calabria. È uno dei tanti uomini che oggi sono scesi a manifestare per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

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In giorni in cui il dibattito pubblico, in televisione e sui social, sembra tristemente ridotto a ‘maschi contro femmine’, la piazza di Roma mostra finalmente una realtà diversa. “La violenza non è soltanto il gesto estremo del femminicidio. C’è anche una violenza più sottile e logorante che le donne vivono in casa, per strada e sul lavoro, quando, ad esempio, i loro corpi vengono commentati da sconosciuti o quando si dà loro la ‘colpa’ della bassa natalità ma poi al colloquio di lavoro si chiede se abbiano intenzione di mettere su famiglia, perché quell’eventualità costituirebbe un problema. A queste violenze – afferma Marco – partecipano la gran parte degli uomini, anche quelli che ‘non farebbero mai del male a una donna’“.


Questo significa che in ogni uomo si nasconde un potenziale femminicida? “Assolutamente no, ma significa che ogni uomo ha il dovere di fare la propria parte per cambiare un sistema culturale e sociale che è ingiusto“. Per Marco non sono solo le istituzioni a doversi fare carico del cambiamento, ma la responsabilità sta anche ai singoli, e in particolare ai singoli maschi: “Spesso sono i nostri stessi amici che, magari in buona fede, fanno battute o assumono atteggiamenti sessisti. Bisogna bisogna che noi uomini troviamo il coraggio di dissociarci da tutto questo mettendoci noi per primi in discussione”.

Una cosa non sempre facile, ammette Marco: “La difficoltà è sempre la stessa ed è innanzitutto di tipo comunicativo: tanti uomini vanno sulla difensiva riducendo la questione a ‘Non siamo tutti così’ oppure l’attenzione si sposta sulla donna che romanticizza il ‘cattivo ragazzo’. La maggior parte, però, si limita a frasi del tipo ‘Io non lo farei mai, non sono io che devo farmi carico del problema’. Ma il punto – prosegue Marco – è esattamente questo: proprio perché non lo faresti mai, cosa puoi fare per evitarlo?”

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