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Sinner-Djokovic, il ritorno: due campioni a duello per la Davis

Italia e Serbia si giocano la finale nel nome della grande sfida

Pubblicato:24-11-2023 14:49
Ultimo aggiornamento:24-11-2023 14:49
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ROMA – Malaga avesse il Po sarebbe una piccola Torino. Con due monumenti pret a manger, da consumare espressi per mezza settimana di Coppa Davis supercompressa: Jannik Sinner e Nole Djokovic. Un duello in tour, come le rockstar. Heat 2, il ritorno della sfida. Il miglior tennis possibile, dalle Finals (Atp) alle Finals (di Davis). Italia e Serbia ridotte a nazioni di contorno per due campioni dalle misure ormai apolidi: troppo grandi per striminzirsi in confini geopolitici; batteranno anche moneta, tra un po’.
La semifinale del lato forte d’un tabellone squilibrato è tutta loro. Si comincia domani alle 12: Sonego e Kecmanovic, Arnaldi e Lajovic, Musetti e Djere comprimari d’uno show che li prende di sponda. In singolare, forse anche in doppio. Per la terza volta (e quindi forse una quarta) in poco più di una settimana. “Sarà fantastico ha detto Djokovic dopo aver spaccato la Gran Bretagna, sia per gli appassionati di tennis che per i tifosi italiani e serbi, e per chi sarà qui a Malaga. Stiamo sviluppando una bella rivalità ultimamente”. Fa sempre un po’ specie che nell’equazione delle grandi sfide del tennis di quest’anno la costante sia solo Djokovic: dove prima c’era Alcaraz, nel giochino del salto generazionale, ora c’è Sinner. Cambiando gli addendi il risultato per ora è sempre lo stesso. A Torino ha vinto il numero al mondo. In Spagna il piano azzurro, almeno nelle premesse teoriche, prevede di stemperare il faccia a faccia, affinché pesino anche gli altri punti.

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Sinner non è uno che si perde volentieri in chiacchiere. Aveva già premesso, prima dell’Olanda, che “per la mia crescita personale vorrei ritrovare Djokovic. Tutte le partite sono 50/50, può succedere di tutto”. E figurati se il serbo avrebbe mancato l’appuntamento: “Ho tantissimo rispetto per lui- ha detto- Ha giocato senza dubbio il tennis della sua vita negli ultimi mesi. Ho visto un po’ il singolare e il doppio che ha vinto oggi (ieri, ndr). Sorprendente. Ha giocato davvero ad alto livello. Ha ribaltato praticamente da solo lo 0-1 dell’Olanda. Ovviamente il format della Coppa Davis non dipende solo ed esclusivamente dal singolo. Quindi il match tra noi due non sarà decisivo. Penso alle due partite che abbiamo giocato a Torino e credo serviranno e aiuteranno entrambi nella nostra preparazione per sabato. So cosa mi aspetta. Sarà una grande partita”.


Anche l’anno scorso l’Italia era arrivata a tanto così dall’insalatiera, prima di infrangersi contro il Canada. Stavolta Berrettini resta a tifare a bordo campo, ma al suo posto c’è la versione aggiornata di Sinner. È una finale anticipata, proprio come un anno fa quando – fatti fuori gli Stati Uniti di Fritz e Tiafoe – ci toccarono in sorte Shapovalov e Aliassime. Anche allora nell’eventuale finale sarebbe spuntata l’Australia (la Finlandia parte sfavorita). La differenza stavolta – chissà – la farà un altoatesino in scalata costante del mondo. Se il titolo dell’epica Davis del 1976 azzurra era “la squadra”, l’Italia prepara il reboot: “l’uomo solo al comando”. Sempre che al comando non ci resti solo e sempre Djokovic.

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