“Il vaccino è sicuro, ben tollerato e mostra una robusta reazione neutralizzante già dopo un mese dalla seconda dose”. A dirlo sono le due aziende partner Pfizer e Biontech, che hanno annunciato i risultati positivi dei trial del vaccino anti-Covid per i bambini tra i 5 e gli 11 anni. Dai dati della sperimentazione, appena conclusa, emerge che “ai bambini di questa coorte basterà un terzo della dose: 10 microgrammi anziché 30, ma il ciclo vaccinale sarà completo comunque a due dosi e a 21 giorni di distanza, come per gli adulti. Se la Fda lo approverà, il vaccino sarà somministrato ai bambini americani già da fine ottobre.
“Come pediatra sono estremamente contento dell’annuncio di Pfizer-Biontech. Quello di rendere possibile la vaccinazione nella fascia 5-11 anni è un progetto che si sta realizzando, ma sono in uno stato avanzato promettente anche i trial per i bambini più piccoli, 6 mesi-2 anni e 2-5 anni. In pochi mesi dovremo disporre di un vaccino per tutta l’età evolutiva: questo è un traguardo per raggiungere la sicurezza, ed è un riconoscimento del giusto diritto dei bambini a poter essere vaccinati”. Così Alberto Villani, past president Sip, commenta i risultati degli studi clinici Pfizer-Biontech.
“L’indicazione alla chirurgia nel trattamento delle fratture all’avambraccio nei bambini (che sono in assoluto le più frequenti dell’arto superiore) è aumentata negli ultimi anni del 20%”. A fornire il dato è Pasquale Guida, presidente del prossimo Congresso della Sitop che si terrà il 30 settembre e il 1° ottobre.
Tre parole d’ordine caratterizzano la storia della Sipps: “Felicità, rispetto e fiducia. In questi anni abbiamo dato vita a moltissimi documenti scientifici, guide e raccomandazioni in aiuto delle famiglie. Lavoriamo con passione dal 2004 ed è un impegno che è andato crescendo nel tempo”. Giuseppe Di Mauro, presidente Sipps, inaugura così i lavori del XXXIII congresso nazionale dal titolo ‘Mete vicine… tra sguardi ancora distanti’, in corso a Caserta fino al 26 settembre.
Nel corso del 2020 “non sono stati registrati più nuovi casi pediatrici di diabete, ma sono cresciuti i casi gravi di chetoacidosi”, che è uno degli eventi di esordio più gravi del diabete di tipo 1 nei bambini”. A spiegare l’andamento del diabete in età pediatrica durante la pandemia da Covid-19 è Ivana Rabbone, direttore della Struttura complessa a direzione universitaria (Scdu) di Pediatria dell’Università del Piemonte orientale e referente regionale della Rete diabetologica pediatrica piemontese.
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