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Magi (Omceo Roma): “Sì al vaccino al personale scolastico”

Alla Dire il presidente dell'Ordine dei Medici di Roma precisa che "è indispensabile proteggere la popolazione scolastica e sanitaria dalla possibilità di ammalarsi e di infettare altre persone"

Pubblicato:23-08-2021 15:33
Ultimo aggiornamento:24-08-2021 10:35

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NAPOLI – “Sono assolutamente d’accordo con le parole del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi: come i sanitari anche il personale scolastico deve essere vaccinato contro il Covid, perchè è a continuo contatto con il pubblico e con i cittadini. Noi per quanto riguarda la sanità, gli insegnanti per tutto ciò che concerne il mondo della scuola”. Lo dichiara alla Dire il presidente dell’Ordine dei Medici di Roma, Antonio Magi, precisando che “è indispensabile proteggere almeno la popolazione scolastica e sanitaria dalla possibilità di ammalarsi e di infettare altre persone”.

Il presidente Omceo Roma aggiunge inoltre che “in questo momento dobbiamo ridurre il più possibile gli effetti drammatici del coronavirus, poichè per un lungo periodo di tempo dovremo convivere con questo virus. Tutte le pandemie si trasformano in endemie, ma in questo caso siamo davvero di fronte ad una pandemia mondiale che non ha riguardato una singola area geografica”. Magi lancia infine un monito: “Se non vacciniamo tutti, e tutto il mondo, saremo di fronte a una battaglia ancora più lunga. Dobbiamo convivere con il virus fino a quando non troveremo una soluzione, oltre a quella che ci offrono i vaccini”, conclude. 

BISOGNA SPIEGARE L’IMPORTANZA DEL VACCINO AI RAGAZZI

“Ai ragazzi – aggiunge Magi – bisogna spiegare chiaramente come stanno le cose e quanto sia importante vaccinarsi contro il covid, ma è chiaro che bisogna agire anche sul loro nucleo familiare. Se il rapporto fiduciario con i ragazzi e con i loro sanitari di fiducia non fosse sufficiente, ecco che un ruolo importante lo avrebbero proprio le famiglie”.


Il presidente dell’Ordine dei Medici di Roma precisa inoltre che “se in una famiglia ci sono persone convinte a vaccinarsi sarà più facile convincere anche i giovani di quella famiglia, rispetto a famiglie che non sono pienamente convinte del vaccino”. Magi aggiunge poi che “i dati relativi alla vaccinazione che abbiamo al momento a disposizione sono quelli che danno ragione ai vaccini, proprio perchè non parliamo di numeri assoluti ma di numeri legati alla tipologia di vaccinazione. Le persone che si trovano in una situazione molto difficile dal punto di vista sanitario sono proprio quelle che non sono state vaccinate, cioè quelle che oggi si trovano in terapia intensiva e che sono ricoverate negli ospedali”.

Infine il presidente di Omceo Roma afferma che “è chiaro che questo fatto limita anche la libertà degli altri cittadini affetti da altre malattie, perchè se si occupano gli ospedali, facciamo reparti Covid e chiudiamo l’attività sanitaria di routine, creiamo un danno e limitiamo anche la libertà degli altri a curarsi”, conclude.

SÌ AL RITORNO DEL MEDICO SCOLASTICO

Magi ritiene che “la presenza di una figura sanitaria all’interno delle scuole, qualunque essa sia, abbia una valenza fondamentale. Non soltanto per individuare l’eventuale presenza di patologie fra i ragazzi ma anche in vista di prevenzione e di educazione sanitaria”.

Per il numero uno di Omceo Roma “sarebbe utilissimo poter fare affidamento su una persona che conosce i ragazzi da vicino, che li vede tutti i giorni e che quindi può andare ad intervenire immediatamente, ad esempio, per correggere disturbi alimentari o l’uso di alcol o di droghe”. Magi prosegue spiegando che “il medico scolastico è in grado di accorgersi subito di queste problematiche e le affronta insieme al ragazzo che, invece, preferisce non parlarne in famiglia. Il giovane, infatti, si fida maggiormente di una persona che raffigura un medico, un sanitario che gli dà utili consigli per superare le difficoltà e si rivolge a lui tranquillamente sapendo che questi ha l’obbligo del segreto professionale”.

Magi ricorda infine che “quando c’era il servizio militare obbligatorio noi medici avevamo una casistica che poteva aiutarci nell’individuare diverse patologie. Oggi, purtroppo, questa tipologia di screening non esiste e non possiamo più fare affidamento su un dato certificato, ad esempio, sulla percentuale esatta di obesi tra i giovani italiani”, conclude.

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