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Alluvione, l’Emilia-Romagna al governo: “Servono soldi, basta rinvii o i cantieri si fermano”

"Ci servono 1,9 miliardi, per ora sono arrivati 30 milioni. Ci aspettiamo che il Governo stanzi rapidamente le risorse necessarie", dice la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Irene Priolo

Pubblicato:23-06-2023 19:55
Ultimo aggiornamento:25-06-2023 12:59

cesena alluvione
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BOLOGNA – “Massima collaborazione istituzionale, ma non c’è tempo per ulteriori rinvii. Ci vogliono i fondi per concludere gli interventi in corso e avviarne altri urgenti. Così come servono le risorse per i cittadini e le imprese che hanno subito danni ingenti. Noi siamo già operativi dal 2 maggio. Senza i finanziamenti, i cantieri si fermano“. Suona come un ultimo appello al Governo Meloni quello della Regione Emilia-Romagna oggi, che sta cercando in tutti i modi di svoltare con il ‘ripristino’ dei danni dell’alluvione in Emilia-Romagna. Dei soli 30 milioni di euro arrivati ‘cash’ dal Governo all’Emilia-Romagna, continua nei suoi conti la vicepresidente della Regione Irene Priolo, “10 sono stati destinati all’assistenza alla popolazione e gli altri 20 sono andati a coprire i primi interventi per il maltempo del 2-3 maggio, visto che siamo in emergenza ormai da un mese e 20 giorni”. Scandisce allora la vicepresidente: “Inizia quindi a diventare urgente ricevere delle somme: le imprese non stanno facendo andare avanti i cantieri, non riescono nemmeno a coprire i costi dei fornitori attuali”.

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Confermando di comprendere tutte le difficoltà dei Comuni in questa fase, come quelle denunciate oggi dal sindaco di Bologna, Matteo Lepore, che ha parlato di municipi “allo stremo” a forza di anticipare i fondi post-alluvione, insiste Priolo: “Per la stessa collaborazione istituzionale che ha contraddistinto il lavoro del sistema regionale fino ad oggi, ci aspettiamo che il Governo, altrettanto velocemente, stanzi le risorse necessarie“.


L’elenco “puntuale” degli interventi urgenti da realizzare entro l’autunno è stato condiviso nei giorni scorsi “con tutti”, quindi Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile, enti locali, Consorzi, Aipo, gestori dei servizi pubblici. A distanza di una settimana il fabbisogno complessivo sale da 1,8 a 1,9 miliardi di euro (1.933.048.737,35), secondo una lista che recita: totale opere ultimate 16.149.905,60 euro, lavori in corso 507.006.385 euro, ulteriori opere da avviare e rendicontare entro dicembre 312.512.160 euro, interventi da attivare e rendicontare entro aprile 2024 pari a 262.265.048,91 euro, interventi da attivare nel 2024 da rendicontare oltre aprile 2024 pari a 835.115.236, 66 euro.

“CI SERVONO 1,9 MILIARDI, SONO ARRIVATI 30 MILIONI”

“Non abbiamo tempo da perdere. Siamo preoccupati, al di là del dibattito politico, per i cittadini e per il nostro territorio. Stiamo correndo, ma aspettiamo risposte rapide“, afferma la vicepresidente Priolo con delega alla Protezione civile. Si mostra sempre più preoccupata per il post-alluvione, tra emergenza e ricostruzione, alla luce del braccio di ferro col Governo Meloni.

Roma ha chiesto di ‘rendicontare meglio’ le stime dei danni e per questo sta partendo la lettera, o meglio stanno partendo due lettere, del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, al capo del dipartimento di Protezione civile, Fabrizio Curcio, “dove si risponde a quanto ci è stato chiesto venerdì scorso. Giovedì avevamo presentato le stime dei danni sia delle opere urgenti sia della ricostruzione per privati e imprese. Il giorno dopo ci è stato chiesto di specificare e diversificare l’elenco. Oggi siamo pronti a spedirlo, con un fabbisogno che passa da 1,87 miliardi di euro a 1,933 miliardi. Anche perché le settimane passano e gli interventi vanno avanti”, evidenzia Priolo, confermando dunque che il conto dei danni sta salendo. Alla Regione, in questo momento, sono arrivati in contabilità speciale soltanto 30 milioni, “mentre ci serve un miliardo e 900 milioni”, si sbraccia la vicepresidente, per far capire in che condizioni ci si sta muovendo.

Ma spiega Priolo oggi in Regione: “Il nostro fabbisogno, chiesto da Curcio, prevede 521 milioni di euro di lavori, già in corso. Quelli urgenti da attivare e rendicontare entro il 2023 sono pari a 312 milioni, poi, sono suddivisi in opere relative ai corsi d’acqua, alla viabilità e per altri interventi come gli edifici pubblici strategici”. Altri 362 milioni riguardano gli interventi da rendicontare entro maggio 2024. Sul totale di 1,9 miliardi di danni, “abbiamo poi bisogno di altri 835 milioni. Se non attiviamo questi cantieri– avvisa la vicepresidente dell’Emilia-Romagna- non verranno realizzati nemmeno nel 2024. Continuiamo a sperare che venga fatto un decreto che possa avere un finanziamento pluriennale, per poter cantierare lavori anche sul 2024″. Quelli in corso adesso, da 521 milioni, in questo momento sono tutti a debito fuori bilancio, “proprio perché dal Governo abbiamo ricevuto soltanto i 30 milioni”, rimarca Priolo.

“Per noi la documentazione era già stata inviata una settimana fa, perché l’elenco di tutte le opere lo avevamo già. Ci hanno chiesto di fare una suddivisione, in genere non accade ma lo abbiamo fatto, proprio perché sappiamo che l’importo dei fondi di cui si parla è talmente elevato che non può rientrare nel Fondo nazionale per l’emergenza. Il dipartimento ci sta chiedendo quali sono le opere che questo fondo deve coprire per legge, e noi lo facciamo”. Probabilmente, al Governo devono ancora capire “quali sono il provvedimento e la copertura finanziaria” cui fare riferimento, “ma la devono trovare”. Perché l’emergenza nazionale c’è, ma “mancano i soldi”, rimarca l’assessora regionale.

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