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Caso Maignan, Piantedosi: “Servono sanzioni e pene più severe, vanno colpiti i singoli”

Piantedosi invoca punizioni più severe verso i responsabili di atti gravissimi come quelli accaduti durante la partita Udinese-Milan: "Il sistema non può essere condizionato da pochi criminali razzisti"

Pubblicato:23-01-2024 09:57
Ultimo aggiornamento:23-01-2024 19:52
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mike maignan
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ROMA – “Esprimo un giudizio di assoluta condanna, quello che è successo è gravissimo, comportamenti vili che non solo offendono la dignità della vittima ma tradiscono lo spirito stesso del gioco del calcio e i valori che dovrebbe trasmettere”. Così, in una intervista alla Gazzetta dello Sport, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sul caso dei cori razzisti contro il portiere del Milan Maignan.
È già intervenuto in qualche modo sul caso Maignan? “Ho subito chiesto al Capo della polizia di fare ogni sforzo per individuare prima possibile chi si è macchiato di una simile condotta. E già c’è stata l’identificazione di una persona. Lo sport rappresenta una straordinaria opportunità di comunicazione, promozione e crescita ma questi gesti odiosi, commessi da un pugno di delinquenti che tentano di nascondersi tra la folla, recano discredito a un’intera comunità e trasmettono un’idea distorta del nostro Paese”.

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L’Udinese, così come la città di Udine, stanno facendo tutto il possibile per cancellare questa macchia. “Udine, come tutto il Friuli, è da sempre terra di accoglienza e di integrazione, crocevia di tante culture, che ha fatto del rispetto e della tolleranza la propria cifra distintiva”.
Pensa servano punizioni più severe? “Quanto accaduto- ha risposto ancora Piantedosi- deve farci riflettere sulla necessità di rendere ancora più efficaci le sanzioni per colpire i singoli responsabili di questi atti inaccettabili. Vanno individuati strumenti che, oltre alla chiusura degli stadi e delle curve, rendano ancora più incisiva la risposta dello Stato verso gli autori di questi gravissimi gesti. Anche in considerazione del fatto che la decisione di sospendere una partita potrebbe scontare la difficoltà dei possibili riflessi sulla sicurezza e sull’ordine pubblico”.


“IL SISTEMA NON PUÒ ESSERE CONDIZIONATO DA POCHI CRIMINALI RAZZISTI”

È in contatto con Figc e Leghe? “Il dialogo è costante, abbiamo già sottoscritto e reso operativo un significativo protocollo contro l’antisemitismo e il razzismo. Ma ho intenzione di fare anche altro”. Che cosa? “Ho già sentito il collega Abodi- ha detto ancora il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nell’intervista alla Gazzetta dello Sport- Nei prossimi giorni organizzeremo un nuovo incontro con tutto il mondo del calcio. Atleti, club, tifosi, operatori del settore hanno il diritto di andare avanti senza essere condizionati da singoli o gruppetti di criminali razzisti“.

Crede che il razzismo sia anche un problema culturale? “Anche, per questo bisogna agire sul fronte della prevenzione per combattere i fenomeni di razzismo, in particolare in ambito culturale ed educativo, in sinergia con il mondo della scuola e dei media”.
E dal punto di vista del ministero dell’Interno come state pensando di agire? “Sul piano della repressione, dobbiamo sviluppare ogni ulteriore sforzo possibile per l’immediata identificazione di questi soggetti, in modo da infliggere sanzioni e pene severe a chi si macchia di atti di razzismo”.
Quindi ritiene più giusto concentrarsi sui colpevoli che si nascondono dietro alla massa piuttosto che colpire un intero stadio o un settore? “Il mondo dello sport interessa un vasto pubblico che non deve essere penalizzato dal gesto di singoli”.

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