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VIDEO | L’allarme dell’Occar: “Cresce il gap con gli Usa, i Paesi Ue cooperino sull’industria degli armamenti”

L'ammiraglio Matteo Bisceglia: "Esiste una disomogeneità tra i Paesi, costruire un'industria europea della Difesa"

Pubblicato:23-01-2023 09:43
Ultimo aggiornamento:23-01-2023 11:43
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ROMA – La difesa europea e la famosa questione di creare un Esercito, una Marina o un’Aeronautica comune rappresentano temi spesso invocati da più parti, tanto più ora con una guerra in atto nel cuore del Vecchio continente che nelle prossime settimane, come affermato dal ministro della Difesa Crosetto, potrebbe inasprirsi negli scontri via terra. Se la politica deve avere il coraggio di dare indicazioni chiare in tal senso, resta la cooperazione industriale uno dei temi urgenti e imprescindibili.

“Se ogni Paese si fa la sua nave, il suo aereo, il carro armato o il radar non c’è cooperazione”. A denunciare questa criticità palese sotto gli occhi di tutti è l’Ammiraglio Matteo Bisceglia, direttore dell’Occar, l’Organizzazione congiunta per la cooperazione in materia di armamenti, intervistato dalla Dire sull’industria e la tecnologia come temi chiave per lo sviluppo della difesa europea. “Esiste una disomogeneità tra gli armamenti dei Paesi Ue – spiega l’Ammiraglio -, cooperazione significa fare gli stessi assetti e oggi questo non avviene se non per limitati esempi e utilizzare stessi assetti rende possibile la vera difesa europea. L’esercito comune è l ‘end game’ di un processo e questo avviene se la politica dà una chiara indicazione di cooperare”.

Solo se si inizia ad andare in questa direzione anche “il gap tecnologico sarà sempre più piccolo, ma il percorso è lungo”. La distanza siderale con gli Stati Uniti è tutta nei numeri: “Hanno il 3.74% del Pil sul budget degli armamenti per circa 750 miliardi di dollari. Il gap con l’Europa non solo è molto vasto, ma è in crescita”. Nel bilancio Ue 2021- 2027 sul Fondo per la Difesa ci sono circa 7,9 miliardi di euro, divisi tra finanziamenti alla ricerca (2,6 milioni) e allo sviluppo (5,3 milioni). Secondo il direttore Occar è una visione imprescindibile, affinché l’Europa abbia una leadership sulle questioni di ‘casa propria’ senza che questo voglia dire sottrarsi all’alleanza con gli Stati Uniti: si intende la costruzione di filiere di aziende, la “costruzione di un’industria europea della Difesa. Unica azienda veramente europea è Mbda e un po’ Airbus”, ha dichiarato. Il resto è demandato a politiche nazionali.


Finanziamenti e “travaso di tecnologia” i passaggi fondamentali che certamente vedranno Paesi un passo avanti e altri un po’ indietro, ma si tratta di una strada ineludibile perché non ci siano “decisori e attuatori”. Il conflitto in Ucraina e l’invio di aiuti militari ha creato inoltre preoccupazione anche tra gli stessi militari, ma Bisceglia ha escluso che questo tipo di sostegno possa rappresentare un depauperamento delle risorse nazionali. “Il militare in ogni caso esegue ciò che la politica decide, le scelte sono politiche”, ha rimarcato l’Ammiraglio.

Una parola il direttore dell’Occar l’ha detta anche sul destino della guerra a fronte della forte crescita del mondo cyber: esclude che ci sarà in futuro una guerra tutta alla Matrix. “Certi assetti convenzionali rimarranno e la guerra – ha ammesso Bisceglia – pur con la tecnologia corroborante avrà sempre bisogno di missili, aerei e carri armati”. Era Fallaci a scrivere che quello degli “uomini che fanno la guerra, i soldati…è il mestiere più antico, più inalterabile, più intramontabile che esista dacché esiste la vita”.

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