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Palermo, un osservatorio sulla criminalità organizzata per combattere mafia e corruzione

É la proposta lanciata dal Centro studi Pio La Torre nell'aula consiliare del Comune di San Cipirello, sciolto per mafia nel giugno scorso

Pubblicato:23-01-2020 16:14
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:53
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PALERMO – Un osservatorio sovra-comunale sulla criminalità organizzata aperto alla cittadinanza: è questo il senso della task force contro mafia e corruzione lanciata dal Centro studi Pio La Torre nell’aula consiliare del Comune di San Cipirello (Palermo), sciolto per mafia nel giugno scorso.

Una proposta accolta all’unanimità da una affollata assemblea cittadina e dalla commissione prefettizia che si è insediata nel Comune. “Siamo al lavoro per creare prospettive per i giovani, l’osservatorio sarà uno dei punti di riferimento per il territorio. Speriamo che questo sia il primo passo per un percorso condiviso con la cittadinanza, alle parole preferiamo le azioni”, ha detto il viceprefetto Esther Mammano che insieme al viceprefetto aggiunto Federica Nicolosi e alla funzionaria economico-finanziaria Concetta Maria Musca compone la squadra dei commissari.

“Abbiamo scelto un luogo simbolico per lanciare un appello alla cittadinanza attiva – spiega Vito Lo Monaco, presidente del Centro Pio La Torre -, San Cipirello è solo uno degli 80 Comuni sciolti in Sicilia per infiltrazioni dal 1991, e nella sola provincia di Palermo non mancano i casi plurimi, come il Comune di Misilmeri, sciolto 3 volte e quelli di Altavilla Milicia, Bagheria, Cerda e Villabate, sciolti 2 volte. Questi erano centri antifascisti dove si è costruita la democrazia, siamo qui per non disperdere questo patrimonio. Siamo qui per avviare una riflessione e per accendere la ribellione civile di tutti i democratici, contro mafia e corruzione“.


Un fronte comune che ha visto schierati anche le Acli (Associazioni cristiane dei lavoratori italiani), l’associazione Libera e i sindacati: “Rallentamento burocratico, mancanza di piani strategici per lo sviluppo, leggi poco chiare sugli appalti sono debolezze che lasciano spazio alle infiltrazioni mafiose. Se colmiamo questi vuoti si può avviare un percorso di legalità e trasparenza amministrativa che non può che giovare alla vita dei cittadini. La mafia ha due nemici: la scuola e il lavoro, e noi dobbiamo fare in modo che il percorso di liberazione dai condizionamenti mafiosi avvenga attraverso questi due fondamentali elementi”, hanno affermato i segretari di Cgil Palermo, Enzo Campo, Cisl Palermo-Trapani, Leonardo La Piana, e Agostino Fascellaro, della Uil Fpl Palermo.

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