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Lo sciopero forzato dei tassisti contrari allo sciopero: “Altrimenti ci minacciano, e ci aggrediscono”

Bittarelli di 3570: "I colleghi ci danneggiano le macchine, preferiamo fermarci e fare altro"

Pubblicato:22-05-2024 11:28
Ultimo aggiornamento:24-05-2024 11:53
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ROMA – I tassisti che non scioperano si sono fermati lo stesso. Un’astensione dal lavoro alternativa, prudenziale. Perché altrimenti giù “minacce, aggressioni”. E allora “preferiamo non lavorare e fare manutenzione alle auto o il bollo della macchina”, per evitare ritorsione. Ieri è andato in scena uno strano sciopero dei taxi contro il governo pro-taxi. Il 3570 di Roma non ha aderito. Ma Loreno Bittarelli, il presidente della cooperativa, a Repubblica spiega la dura vita del tassista anti-corporazione: “In passato per ben due volte è successo che i nostri tassisti sono stati aggrediti e minacciati dai colleghi che hanno danneggiato i nostri veicoli. Ormai è diventata una consuetudine”.

“Lo sciopero è stato contro il governo, contro Uber e contro la mia persona perché attraverso la app ItTaxi sono riuscito a trovare un punto di equilibrio con le multinazionali, accontentando Uber, i tassisti e gli utenti. Questo dovrebbe essere un modello per la regolamentazione delle piattaforme”, dice Bittarelli. I colleghi “stanno protestando contro una bozza di decreto attuativo che non hanno visto e che è ancora suscettibile di eventuali correttivi. Per assurdo contro le nuove licenze non dicono nulla”.

“Abbiamo una tariffa ferma da 13 anni. È assurdo i sindacati facciano sciopero contro qualcosa che non esiste ma non parlano della tariffa”.


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