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Allarme di Cna: l’artigianato artistico sardo è sull’orlo del baratro

Sono più di 400 le aziende artigiane in balia di una crisi senza precedenti. Secondo Maria Antonietta Dessì, responsabile della confederazione "se i laboratori dovessero sparire sarebbe un danno irreparabile non solo economico ma anche in termini di identità, storia e cultura"

Pubblicato:22-01-2021 17:42
Ultimo aggiornamento:22-01-2021 17:42
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artigianato artistico sardo
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CAGLIARI – “In Sardegna oltre quattrocento aziende artigiane e seicento addetti sono in balia di una crisi senza precedenti, dovuta alle restrizioni legate al coronavirus, alle festività natalizie deludenti e a una stagione turistica nefasta. Un intero settore rischia di sparire“. Dopo l’allarme lanciato ieri da Confartigianato Sardegna sulla situazione delle imprese di artigianato artistico dell’isola, è la Cna a sottolineare l’emergenza che stanno attraversando i produttori di oggettistica della tradizione sarda.

“Dopo numerose sollecitazioni cadute nel vuoto, chiediamo ancora una volta alla Regione Sardegna di passare dalle promesse ai fatti e predisporre con urgenza un bonus a favore degli artigiani che nel 2020 hanno subito una significativa diminuzione del fatturato rispetto al 2019″, sottolinea Peppino Mele, presidente regionale di Cna artistico e tradizionale. L’annullamento di iniziative pubbliche, cerimonie, sagre, eventi privati, “ha generato danni enormi in termini di fatturato e di utili. A questo si aggiunga la cancellazione di manifestazioni fieristiche“. In parte per le limitazioni imposte dal governo, “in parte per la paura diffusa del contagio- prosegue Mele- la tendenza è stata quella di acquistare online oggettistica di produzione extraregionale o estera. Anche il Natale, come la stagione estiva, si è rivelato tra i più funesti degli ultimi anni”.

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Sottolinea Maria Antonietta Dessì, responsabile della confederazione: “Laboratori di ceramiche, tappeti, arazzi, gioielli, coltelli, manufatti in legno, metallo, vetro, tutti espressione della tradizione isolana, rischiano di scomparire. Non si tratterebbe solo di un enorme danno economico, visto che ad ogni artigiano è legato un indotto significativo, ma anche di un danno irreparabile in termini di identità, storia e cultura”.

Rimarca ancora Mele: “Nei mesi scorsi la Regione Sardegna si è mostrata sensibile al dramma che stanno vivendo altre categorie, concedendo aiuti finalizzati al sostegno economico di micro e piccole imprese, compresi i lavoratori autonomi, in certi casi addirittura senza partita Iva. Chiediamo che quella stessa attenzione sia rivolta alle imprese del settore artistico, tipico e tradizionale che operano, anche in un momento drammatico come questo, nel rispetto delle regole e di un regime fiscale e contributivo oltremodo gravoso”.

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