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ROMA – Rame, manganese, litio: risorse “essenziali per il business del futuro”, da rendere disponibili attraverso joint venture con società locali, in modo che sia garantita la creazione di valore aggiunto sul posto. È la visione di Hakainde Hichilema, presidente dello Zambia, un Paese dell’Africa australe ricco di materie prime.
Di un nuovo modello di estrazione, e di cooperazione con l’Europa, il capo dello Stato ha parlato intervenendo a Roma a un forum ospitato da Confindustria. “Dobbiamo rendere queste risorse disponibili per il business del futuro, che sarà lontano dai combustibili fossili” ha detto Hichilema, toccando il tema della “green economy” e di una nuova mobilità legata alle batterie al litio e alle automobili elettriche. Il suo è stato un appello alle istituzioni e soprattutto alle imprese dell’Italia. “Venite con i capitali e con le tecnologie, creando joint venture con le nostre aziende” ha detto il presidente. “Oggi l’estrazione non può avvenire più come in passato: è indispensabile creare valore aggiunto a livello locale”.
Hichilema ha dialogato con Massimo Dal Checco, presidente di Confindustria Assafrica & Mediterraneo, associazione di imprese orientate ai mercati del continente. “Vogliamo tecnologie di prima scelta” ha sottolineato il capo di Stato. Nel suo discorso sono stati ripetuti i riferimenti al modello delle joint venture, consorzi su base paritaria tra aziende locali e internazionali. “Ne ho discusso oggi con il presidente italiano Sergio Mattarella, ieri con il cancelliere tedesco Olaf Scholz e prima con il capo di Stato francese Emmanuel Macron: parliamo di joint venture, il linguaggio è questo”. Hichilema ha concluso: “Il continente del futuro è l’Africa e questo continente, ai suoi cittadini, grazie a nuove partnership, vuole offrire una vita migliore”.
L’Italia è pronta a contribuire con aziende e soluzioni tecnologiche a un nuovo corridoio infrastrutturale che collegherà i giacimenti minerari dello Zambia e della Repubblica democratica del Congo al porto angolano di Lobito, in riva all’Oceano Atlantico, e di qui al mercato globale: lo ha sottolineato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, con un messaggio letto oggi dall’ambasciatore a Lusaka Enrico De Agostini.
L’occasione della comunicazione è stato lo Zambia-Italy Business Forum, una serie di incontri ospitati da Confindustria. A partecipare anche il capo di Stato del Paese africano, Hakainde Hichilema. Al suo fianco Massimo Dal Checco, presidente di Confindustria Assafrica & Mediterraneo.
Un memorandum d’intesa sulla realizzazione del corridoio di Lobito è stato sottoscritto il mese scorso da Banca africana di sviluppo con Stati Uniti, Unione Europea, Zambia, Repubblica democratica del Congo e Angola. La firma è stata apposta a margine del Global Gateway Forum, un appuntamento promosso dall’Ue che si è tenuto a Bruxelles. Secondo Tajani, “lo Zambia è un mercato di grande interesse per le aziende italiane”. La prospettiva, ha evidenziato il ministro degli Esteri citando l’iniziativa Piano Mattei per l’Africa, è la creazione di joint venture tra pubblico e privato, in particolare nei comparti delle infrastrutture, dell’agricoltura e dell’estrattivo. Rispetto al corridoio di Lobito, Tajani ha sottolineato che “l’Italia è pronta a contribuire con le sue aziende e le soluzioni tecnologiche migliori nel quadro della strategia europea Global Gateway”. Sia Congo che Zambia sono Paesi ricchi di materie prime, come rame, manganese e litio. L’Angola è invece un produttore di riferimento di petrolio.
Far incontrare le aziende italiane con quelle dello Zambia, “un Paese strategico”, sia come esportatore di grano che per la disponibilità di terre rare: questo, secondo Massimo Dal Checco, presidente di Confindustria Assafrica & Mediterraneo, l’obiettivo di un “business forum” che si è tenuto a Roma nella sede dell’associazione italiana. A partecipare all’appuntamento anche il capo di Stato Hakainde Hichilema, sempre oggi anche ospite dell’omologo Sergio Mattarella.
“Lo Zambia è un Paese in posizione strategica” sottolinea Dal Checco in un’intervista con l’agenzia Dire. “Ha molte terre rare e sta cominciando a posizionarsi come fornitore di grano verso i Paesi confinanti in risposta alla crisi delle importazioni legate alla guerra nell’Est Europa”. Durante il “business forum” si è parlato di agricoltura e minerali strategici ma anche di integrazione regionale. “La creazione di un’area continentale di libero scambio prevista dall’accordo firmato nel 2018 a Kigali è destinata a favorire gli scambi di merci e ad agevolare il commercio” evidenzia Dal Checco. “L’Africa non è tutta uguale, ha al suo interno diversi blocchi ma nel complesso, guardando alle proiezioni del Fondo monetario internazionale, si vede che insieme con l’Oriente la regione subsahariana è la zona del mondo che crescerà di più economicamente“. Il presidente continua: “Nel 2024 alcuni Paesi potrebbero vedere un aumento del loro Prodotto interno lordo superiore al 7 per cento l’anno e questa, anche per l’Italia, è una grande opportunità”.
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