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Tg Riabilitazione, edizione del 21 novembre 2018

Si parla di: Paolucci (Roma Santa Lucia): Poche stroke unit in Italia; Pellanera (Osa): Protocolli riabilitativi personalizzati

Pubblicato:21-11-2018 14:13
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:48
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PAOLUCCI (ROMA SANTA LUCIA): POCHE STROKE UNIT IN ITALIA

Sono 150mila i casi di ictus che si verificano ogni anno in Italia. due pazienti su tre sopravvivono, quasi un milione di questi riporta gravi disabilità che interessano un’ampia gamma di funzioni e richiedono risposte riabilitative diverse in relazione alla gravità del danno cerebrale subito e del tipo di ictus che può essere ischemico o emorragico. L’esito può estendersi non solo alla paresi degli arti superiori e inferiori, ma anche a gravi problemi neurologici e cognitivi. Tali pazienti hanno necessità di un trattamento specifico, come ha sottolineato all’agenzia di stampa Dire il dottor Stefano Paolucci, direttore dell’U.O.C. di Neuroriabilitazione 6 della Fondazione Santa Lucia Irccs di Roma.

PELLANERA (OSA): PROTOCOLLI RIABILITATIVI PERSONALIZZATI

Dalla riabilitazione ortopedica a quella neurologica, da quella cardiologica a quella respiratoria, sono molti i campi d’intervento del fisiatra che si avvale dell’opera di figure strategiche per consentire al paziente una ripresa ottimale. “Il campo di intervento del fisiatra è molto ampio, perché si occupa di tutta la riabilitazione, quella ortopedica, neurologica, cardiologica, pneumologica; anche se principalmente i due campi d’intervento dove viene richiesta di più come figura professionale rimangono quello ortopedico e quello neurologico, lasciando gli altri, purtroppo per consuetudine, agli specialisti di branca. Il fisiatra lavora spesso in equipe con diverse figure professionali, come il fisioterapista, il logopedista, il terapista occupazionale e lo psicologo. La riabilitazione richiede una presa in carico globale del paziente, mediante la costruzione di un progetto riabilitativo individuale, che viene stilato insieme agli altri componenti dell’equipe”, ha spiegato all’agenzia di stampa Dire Sabina Pellanera, medico fisiatra della cooperativa socio-sanitaria Osa.


AIFI: NO A SANATORIE PER ISCRIZIONI ALBI PROFESSIONI SANITARIE

Siamo venuti a conoscenza dai media dell’emendamento all’art. 41 del ddl 1334 che prevederebbe la possibilità di continuare a esercitare senza obbligo di iscrizione all’Albo per ‘tutti coloro che, pur avendone i titoli, non hanno potuto accedere a percorsi di equivalenza’. L’Associazione Italiana Fisioterapisti ritiene tale proposta confusa nella forma e sbagliata nella sostanza e ne chiede quindi ai proponenti il ritiro immediato”. Lo afferma l’Aifi, che aggiunge: “Lo ribadiamo: i titoli conseguiti dopo il 17 marzo 1999 non sono in alcun modo, per contenuti e per durate, sovrapponibili alle lauree triennali abilitanti all’esercizio di professione sanitaria. Qualsiasi sanatoria, o improvvida proroga dei termini di equipollenze o equivalenze, avrebbe come unica conseguenza quella di mettere la salute dei cittadini nelle mani di persone non adeguatamente formate e di offuscare un percorso di chiarezza, quello degli Albi e Ordini per tutte le professioni sanitarie, atteso da decenni da centinaia di migliaia professionisti”, conclude l’Aifi.

LA RIABILITAZIONE PER IL CUORE RIDUCE DANNI E RECIDIVE

Dopo un infarto o un intervento di cardiochirurgia, per esempio un bypass o la sostituzione di una valvola cardiaca, è consigliabile svolgere sessioni di riabilitazione cardiovascolare per tagliare del 30 per cento la mortalità e abbassare il numero dei nuovi ricoveri. Il problema è che quasi mai viene prescritta questa riabilitazione e molto spesso è confusa con quella di altro genere. A dirlo sono gli esperti riuniti a Genova durante l’ultimo convegno del Gruppo Italiano di cardiologia riabilitativa e preventiva. Esistono 221 strutture di cardiologia riabilitativa distribuite in modo non uniforme sul territorio. Per lo più si tratta di strutture che offrono letti per degenza e sono molti anche gli ambulatori. L’obiettivo non è soltanto fare esercizi adattati per mantenere una buona funzionalità cardiovascolare, si punta a seguire il paziente a 360 gradi dopo l’evento. La cardiologia riabilitativa potrebbe assumere sempre maggiore importanza in futuro, considerando l’invecchiamento della popolazione e la crescita continua del numero di pazienti cardiovascolari.

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