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Roccella: “La pornografia compromette lo sviluppo, 6/7 anni è l’età media di accesso ai siti”

Lo ha detto la ministra per la Famiglia, Natalità e Pari opportunità, Eugenia Roccella, nel corso del Question time in Aula al Senato

Pubblicato:21-09-2023 16:44
Ultimo aggiornamento:21-09-2023 16:54

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ROMA – “L’esposizione dei minori a contenuti pornografici e violenti è considerata sempre più un problema di salute pubblica, in quanto può compromettere il loro sviluppo psicofisico, considerando tra l’altro che l’età media di accesso ai siti con questi contenuti è sempre più precoce, e arriva ormai ai 6/7 anni“. Lo ha detto la ministra per la Famiglia, Natalità e Pari opportunità, Eugenia Roccella, nel corso del Question time in Aula al Senato, rispondendo a una interrogazione di Fratelli d’Italia sugli strumenti di tutela dei minori nell’ambiente digitale e il problema dell’esposizione a contenuti pornografici sul web anche alla luce dei recenti fatti di Palermo e Caivano.

“Uno dei mezzi principali per impedire che la fruizione della rete da parte dei minori sia incontrollata – ha spiegato la ministra – è il cosiddetto ‘parental control‘: si tratta di strumenti come applicazioni, software, soluzioni di rete che possono escludere l’accesso a siti ritenuti dai genitori non adeguati, regolare i tempi di accesso alla rete e comunque monitorare la navigazione del minore. Sono soluzioni tecnologiche già disponibili e molto efficaci, in particolare per evitare che i più piccoli possano incappare casualmente in contenuti inadeguati, e in generale per educare da subito a un uso consapevole di internet. I genitori possono avvalersene adattandole all’età e alla maturità dei propri figli. Non una censura, quindi, ma uno strumento educativo in mano alle famiglie, che però è stato fin qui molto poco utilizzato. Nel cosiddetto decreto Caivano abbiamo quindi previsto che entro un anno i produttori assicurino all’atto dell’immissione sul mercato dei dispositivi di comunicazione elettronica, che i sistemi operativi installati consentano l’utilizzo e includano obbligatoriamente la disponibilità di applicazioni di parental control”.


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