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Migranti, Biffoni al Viminale: “Dovete ascoltare tutti i sindaci, la situazione è fuori controllo”

Il sindaco di Prato e delegato Anci per l'immigrazione risponde a muso duro al Viminale: "Tutti i sindaci denunciano problemi di accoglienza, non solo quelli del Pd"

Pubblicato:21-08-2023 18:25
Ultimo aggiornamento:22-08-2023 19:38
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MATTEO BIFFONI
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FIRENZE – “È un po’ irrituale rispondere a ‘fonti del Viminale’ che non mettono il proprio nome e cognome davanti a certe dichiarazioni, ma è doveroso puntualizzare la verità dei fatti”. Il sindaco di Prato e delegato Anci per l’immigrazione Matteo Biffoni risponde al Viminale e rimanda al mittente l’accusa di avere posizioni ideologiche e non voler fare accoglienza sul proprio territorio. In questi giorni, di fronte alle ripetute richieste di aiuto arrivate da diversi sindaci che denunciavano le difficoltà legate all’accoglienza dei migranti in arrivo sui territori, dal Viminale è trapelata una notevole irritazione e sono arrivate parole che definivano “surreali” le proteste dei sindaci di sinistra.

“TUTTI I SINDACI PROTESTANO, NON SOLO QUELLI DEL PD”

“Innanzitutto queste fonti dovrebbero parlare con i sindaci, non con i sindaci Pd, ma tutti e in tutta Italia visto che, anche dove le Regioni hanno firmato l’accordo con il ministero dell’Interno, come Veneto e Lombardia, i primi cittadini denunciano una situazione fuori controllo. Le parole del governatore Zaia, solo per fare un esempio, sono inequivocabili”. Così come “il passo indietro del ministero dell’Interno in Emilia-Romagna dove, alla fine, non ha potuto che dare ragione ai sindaci”.

“MELONI AVEVA PROMESSO LO STOP AGLI SBARCHI”

Se sui minori non accompagnati il Viminale mette sotto accusa la normativa vigente, Biffoni ribadisce: “La legge Zampa è legge dello Stato, fin quando è in vigore si rispetta. Così come si è rispettato la Bossi-Fini o il decreto Cutro. Se una legge non va bene, il Parlamento la cambi, ma fin quando c’è si rispetta. E io non mi sono mai fatto problemi a criticare la gestione del fenomeno migratorio con ogni governo, di sinistra, di destra o tecnico quando le cose non funzionano”. Tuttavia “qui si va ben oltre: il governo Meloni che aveva promesso lo stop agli sbarchi, adesso ha creato il caso, e il ministero dell’Interno non risponde, non dà informazioni adeguate né ai sindaci né ai prefetti. Nessuno sa i criteri di ripartizione, né cosa accadrà nei prossimi mesi“.


“DA PRATO UNA LEZIONE PER L’ITALIA INTERA”

Infine, Biffoni difende il modello Prato: “Su Prato non intendiamo prendere lezioni da nessuno. La città sull’accoglienza e la gestione dell’immigrazione dà lezione all’Italia intera, compreso al Viminale. Siamo una città dove i servizi immigrazione da anni gestiscono il fenomeno in ogni suo aspetto, con giunte di sinistra e con quella di destra, perché altrimenti il Viminale non ha idea di cosa sia questa città”. Limitandosi all’accoglienza dei richiedenti asilo, si osserva dal Comune, “Prato dal 2006 è capofila” del Sistema di accoglienza e integrazione (Sai) “e ancora nel corso del 2022 è tra i pochi Comuni che hanno chiesto e ottenuto l’ampliamento del Sai, passando da 80 posti a 100, utili anche per il passaggio delle persone in uscita dai Cas”, ovvero i centri di accoglienza straordinaria. “I minori stranieri non accompagnati sono passati da 40 a 61 “e il territorio pratese, piccolo per estensione e densamente abitato, essendo stato individuato fino a poco tempo fa solo il criterio della popolazione, ha accolto più di altri comuni”, avendo 200.000 abitanti.

“E falso che non abbiamo voluto i Cas per minori: è competenza del ministero e c’è una procedura aperta proprio in questo momento per l’individuazione” di una struttura gestita dalla prefettura. Il punto, però, è che dopo il decreto Cutro le collaborazioni e i passaggi dai Cas al Sai “è diventato più complicato, dividendo in due il sistema di accoglienza e perdendo il valore dell’integrazione tra le strutture gestite dallo Stato e quelle gestite dai Comuni”, aggiunge Biffoni. “Ed è vero che ci siamo sempre opposti ai centri di grandi dimensioni: continueremo a farlo, perché riteniamo l’accoglienza diffusa l’unica strada percorribile sia per il rispetto di chi arriva, che per il rispetto dei territori che accolgono. Solo nelle piccole strutture la collaborazione tra governo, enti locali, terzo settore e beneficiari diventa efficace ed efficiente”.

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