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Milano si stringe ancora una volta attorno ai Martiri di Gorla nel 78simo anniversario della strage

Il 20 ottobre del 1944 un bombardamento alleato colpì una scuola elementare nel nord della città: 202 morti, 184 bambini

Pubblicato:20-10-2022 19:17
Ultimo aggiornamento:20-10-2022 19:17
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MILANO – “Fu un errore”, dissero. Quella mattina del 20 ottobre del 1944 nessuno poté impedire il bombardamento anglo-americano su Gorla, popoloso quartiere a nord di Milano, e sulla sua scuola elementare, la ‘Francesco Crispi’, che uccise 184 bambini e bambine, 14 maestre, 4 bidelli, un assistente sanitario e la direttrice. Al suono delle sirene si erano tutti rifugiati nelle cantine, ma una delle bombe, sganciate con l’intento di colpire le fabbriche Breda, Alfa Romeo e Isotta Fraschini, raggiunse il vano delle scale, provocando la strage. Da 78 anni, Milano in questa data si stringe attorno al popoloso quartiere e commemora i propri ‘angeli’, come sono stati ribattezzati.


Questa mattina, davanti al Monumento Ossario eretto nel 1947 per accogliere le spoglie delle piccole vittime, la cittadinanza- presenti anche gli alunni e le alunne della scuola ‘Martiri di Gorla’- è tornata a raccogliersi in maniera composta per la tradizionale celebrazione liturgica e per ricordare, ancora una volta, una delle ferite più profonde lasciate a Milano dal secondo conflitto mondiale. Presenti, come sempre, anche i rappresentanti delle massime istituzioni locali, l’assessore alla Sicurezza milanese Marco Granelli e il suo omologo regionale Romano La Russa, entrambi concordi nel fare un parallelismo tra quel che accadde allora e quel che accade ancora oggi, a poche migliaia di chilometri da qui. “Il mio pensiero va a quei piccoli milanesi che persero qui la vita 78 anni fa- afferma La Russa- ma anche a tutti quei bambini che, ancora oggi, si ritrovano a vivere, loro malgrado, in zone di guerra, rischiando ogni giorno la vita”. Sulla stessa falsa riga anche Granelli, secondo cui “la guerra ha lasciato nel nostro Paese e nella nostra città ferite profonde”, e dunque occorre “fare in modo che da quel dolore che non possiamo dimenticare possa nascere un nuovo slancio verso la pace e che di questo slancio- precisa- siano protagoniste soprattutto le giovani generazioni a cui consegniamo la memoria di ciò che accadde”.



Quest’anno il ricordo dei Piccoli Martiri di Gorla sarà veicolato anche da un podcast e da uno spettacolo teatrale, entrambi realizzati grazie alla collaborazione con il Teatro della Cooperativa. Tre le rappresentazioni in programma: questa sera, 20 ottobre, e sabato 22 ottobre alle ore 20, al Teatro della Cooperativa (via privata Hermada 8); venerdì 21 alle ore 17 nel proscenio della parrocchia di Santa Teresa del Bambin Gesù (via Aristotele 2), la stessa chiesa che farà da teatro alla conclusione della commemorazione questa sera alle ore 21, con la preghiera del Santo Rosario.


“Le tragedie come la strage di Gorla nel contesto delle guerre moderne- afferma il vicepresidente nazionale delle vittime civili di guerra, Michele Corcio– dove il principale campo di battaglia sono le città, rimangono inevitabili. Questa è la ragione per cui noi vittime civili di guerra, chiediamo con forza l’immediata cessazione dei conflitti in atto”.


Gli aggettivi in questi contesti andrebbero pesati soprattutto per delineare sfumature. La parola martire, ad esempio, è qualcosa che va infatti al di là del ruolo di semplice vittima. Deriva dal greco ecclesiastico e significa ‘testimone’, e in periodi di persecuzione il termine era riservato a coloro che sigillavano col sacrificio della vita la confessione della loro fede.

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