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La minaccia delle armi nucleari si mostra a Modena, per vedere l’effetto che fa

Da domani installazione a FestiValori di Modena che risponde alle domande sulla minaccia nucleare

Pubblicato:20-10-2022 13:29
Ultimo aggiornamento:20-10-2022 14:17

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MODENA – Quante armi nucleari ci sono ancora al mondo? Chi le detiene? Quanto costano? E chi le finanzia? E soprattutto cosa si può fare per arrestare la minaccia nucleare? A questi interrogativi prova a dare una risposta l’installazione allestita al Nuovo Diurno di piazza Mazzini a Modena e che viene inaugurata domani alle 17. La mostra fa parte del “FestiValori”, primo festival dedicato alla finanza etica in programma da domani a domenica promosso insieme a Banca Etica e Fondazione di Modena, con il patrocinio di Comune di Modena e Regione Emilia-Romagna. Il percorso di approfondimento al Diurno, realizzato in collaborazione con Rete Pace e Disarmo e SenzAtomica, è stata presentato in anteprima ai giornalisti questa mattina alla presenza del vicesindaco di Modena, Gianpietro Cavazza, del direttore di Valori.it, Andrea Barolini, e della curatrice del programma FestiValori, Claudia Vago.

MILIARDI DI DOLLARI E MILIONI DI EURO: ECCO IN ‘COSTI’ LE ARMI NUCLEARI

La mostra parte dai numeri: nel 2021, i nove Stati possessori di armi nucleari hanno speso 82,4 miliardi di dollari per queste armi, più di 156.000 dollari al minuto, con un aumento in termini reali di 6,5 miliardi di dollari dal 2020. Ogni anno l’Italia spende tra i 50 e i 70 milioni di euro per il mantenimento della “capacità non convenzionale” (o capacità nucleare), che riguarda la gestione minimale della base militare di Ghedi, in Lombardia. La spesa annua per il mantenimento della capacità italiana di poter eventualmente utilizzare testate nucleari si è collocata tra i 120 e i 150 milioni di euro l’anno.

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“Un ruolo fondamentale nella lotta al riarmo lo ricoprono le banche”, è stato evidenziato nella presentazione dell’installazione. Nel 2021, 127 istituti finanziari hanno smesso di investire in aziende che producono armi nucleari, per un valore di 31 miliardi di dollari. A questo si devono aggiungere le diverse campagne tra cui “Italia, ripensaci”, nata a ottobre 2016 in occasione del voto nel Primo Comitato dell’Assemblea generale dell’Onu sulla risoluzione che chiedeva all’Assemblea Generale di approvare una conferenza di Stati per adottare uno strumento giuridicamente vincolante che prevedesse la messa al bando e lo smantellamento delle armi nucleari. L’Italia votò contro.

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