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Recovery fund, quarto giorno alla ricerca di un accordo

Conte: "Inizia a venire il sospetto che non si voglia rendere effettivo uno strumento che è nell’interesse di tutti che funzioni"

Pubblicato:20-07-2020 09:54
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:39
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ROMA – Quarto giorno di quello che ormai è il vertice più lungo della storia recente dell’Unione europea, a conferma sia dell’importanza delle scelte da prendere sia delle difficoltà che si stanno riscontrando per trovare una soluzione.

La ripresa della trattativa è prevista per le 12. Difficile capire se e come sarà raggiunto un compromesso. Certo, quella di ieri è stata una giornata intensa, con vari Stati che non sono ancora riusciti a coniugare i propri punti di vista. I Paesi cosiddetti frugali non vogliono schiodarsi dalla propria posizione, nonostante gli sforzi diplomatici da parte degli altri Stati membri. Tra i più impegnati Giuseppe Conte, il primo ministro italiano, che ha avuto incontri ridotti e bilaterali per provare a sbloccare la situazione, a tratti anche con toni accesi.

“Sono giorni che si continua a trattare al ribasso, intervenendo a ridurre l’ammontare, a compromettere l’efficacia, a frapporre ostacoli operativi. Inizia a venire il sospetto che non si voglia rendere effettivo uno strumento che è nell’interesse di tutti che funzioni” ha dichiarato in tarda serata Conte. “Questa negoziazione volta ad abbassare il livello di efficacia della reazione europea non ha senso. I grant sono necessari a una pronta ripresa per rafforzare la resilienza dei Paesi che hanno più difficoltà nella crescita economica” ha sottolineato il primo ministro italiano. “Il Recovery Plan non può diventare uno strumento per condurre battaglie ideologiche. Chi oggi si contrappone alla chiusura di questo negoziato e pensa di acquisire nell’immediato maggiore consenso sul piano interno deve però pensare che non solo la storia gli chiederà il conto ma che i suoi stessi cittadini, superata la reazione emotiva, capiranno che quella di stasera è stata una valutazione miope che ha portato a una decisione che ha contribuito ad affossare il mercato unico e la libertà di sognare delle nuove generazioni”.


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