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San Gennaro, aiutaci tu

Domani a Napoli, c'è su tutto, a prescindere da fischi di arbitri e vigilie di voto, l’attesa perchè si compia lo storico prodigio di San Gennaro

Pubblicato:18-09-2020 11:41
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:54

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NAPOLI – Domani c’è la prima di campionato per la stagione 2020/2021 delle squadre di serie A e c’è il silenzio elettorale, o meglio il bisbiglio misto a strepitio sui social. Ma domani, 19 settembre, c’è su tutto, e a prescindere da fischi di arbitri e vigilie di voto, l’attesa perchè si compia lo storico prodigio di San Gennaro. Quest’anno però ad alterare il rituale attorno alla liquefazione del sangue dal santo laico per eccellenza, inalienabile come avvenimento dal suo palcoscenico originario che è Napoli, ci si è messo il nuovo coronavirus. Una pandemia riconosciuta dall’Oms che è anche una iattura per le ‘parenti’ del santo il cui posto nel Duomo gremito è ai primi banchi da dove pronunciano litanie arcaiche che attingono alle radici greche di Napoli e da dove si permettono di apostrofare colui che fu vescovo di Benevento faccia ‘ngialluta, rimproverandolo se il prodigio si fa attendere. Quando poi si compie l’epifania e nell’ampolla si scorge un liquido che si muove la gioia di queste anziane donne del popolo si avvale di lacrime e si sostanzia dell’ambizione di andare a baciare quella reliquia santa e mondana dando il via ad una processione scomposta. Ebbene – che di buono nulla ha per le tifose ed i tifosi di San Gennaro – quest’anno ciò non potrà replicarsi: nella cattredale l’accesso è ammesso solo a 200 persone, più vip che nip, ed il bacio della teca è vietato. Anche al Cardinale. Un’edizione tanto insolita della celebrazione che non se ne ricordano di analoghe. Ma da qui a voler scorgere in questo presagi negativi ci passano la scaramanzia e la fede laica per cui, oggi e sempre, San Gennaro, aiutaci tu. 

Prega, deh! Prega per noi che a te ricorriamo, sicuri di essere esauditi: e liberaci da tanti mali che da ogni parte ci opprimono.
Salva la tua Napoli dall’invadente incredulità e fa che quella fede, per cui generosamente sacrificasti la tua vita, renda sempre in mezzo a noi 
frutti ubertosi di sante opere. 

(estratto da una preghiera a San Gennaro)


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