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Seminario a porte chiuse sul dopo Draghi: provano a isolare Fdi?

Al convegno sulla legge elettorale organizzato dall'Astrid invitati solo i capigruppo di maggioranza: la Lega prima apre al proporzionale, poi ci ripensa. E Calderoli torna in campo

Pubblicato:18-05-2022 16:46
Ultimo aggiornamento:19-05-2022 12:32

meloni
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ROMA – Qualcosa si muove sul terreno minato della legge elettorale, con un seminario a porte chiuse promosso dall’Astrid per discutere di legge elettorale. Invitati solo i capigruppo di maggioranza. Si tratta di un primo abboccamento tra i partiti che reggono il governo Draghi, con il pensiero alla prossima legislatura: sarà possibile un nuovo esecutivo di larghe intese? Il tema, fuori dai denti, è il dopo Draghi.

LA LEGGE ELETTORALE E IL FUTURO GOVERNO

Lo scoglio è la legge elettorale. Se sarà di tipo proporzionale, sistema che sfascia le coalizioni, la prossima maggioranza si formerà in Parlamento. Se verrà mantenuto il vincolo del maggioritario, come nel sistema attuale, il Rosatellum, allora sarà più difficile che si arrivi a una situazione di sostanziale pareggio, più arduo un governo di intese larghe o larghissime.

Con il Pd, Leu e i 5 Stelle favorevoli a una modifica in senso proporzionale, al tavolo dall’Astrid la notizia arriva dalla Lega. A quanto risulta all’agenzia Dire, il capogruppo leghista alla Camera Riccardo Molinari (accompagnato per l’occasione da Igor Iezzi) mette su quel tavolo una iniziale disponibilità del Carroccio a modificare la legge attuale in senso proporzionale. Non si entra nello specifico, non si dice se il sistema sarà simile a quello tedesco o con collegi piccoli, come nello spagnolo. Ma i presenti registrano bene le parole dei leghisti, che prendono a circolare di bocca in bocca tra le segreterie dei partiti e il Parlamento.


IL RUOLO DELLA LEGA E IL RITORNO DI CALDEROLI

Con la distribuzione numerica attuale, infatti, in Parlamento solo se la Lega si convincerà sarà possibile realizzare il blitz per portare a segno il proporzionale. Ma Matteo Salvini non ha ancora deciso cosa “fare da grande”. Per il centrodestra il proporzionale significherebbe isolare Fdi e Giorgia Meloni. E dare per conclusa l’esperienza della coalizione.

A Salvini andrebbe benone fare il ministro dell’Interno della premier Giorgia Meloni“, ragionano gli scettici in Transatantico. Per questo, spiegano fonti ben informate, il giorno successivo al tavolo dell’Astrid Repubblica pubblica un’intervista a Roberto Calderoli, guru leghista dei sistemi elettorali, che in sostanza stoppa ogni modifica in senso proporzionalista. I convitati dell’Astrid annotano che il Carroccio non è ancora pronto. Se ne parlerà probabilmente dopo il turno delle amministrative quando il regolamento di conti, nel centrodestra, avrà non solo le urla ma cifre nero su bianco da mettere a taccuino. Ma un passo avanti (sebbene con retromarcia) si è fatto. E Roberto Calderoli dalle pagine di Repubblica compare ad Arcore, dove ieri ha partecipato al summit di centrodestra chiusosi in un sostanziale clima da rissa. Il padre del ‘Porcellum’ back in town.

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