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Nuove norme sulle delocalizzazioni. Giorgetti: “Ragionevoli”. Critici Fratoianni e Cgil

Il Governo presenterà un emendamento alla Manovra con le nuove regole per le imprese che decidono di spostare la produzione in altri Paesi e licenziare i lavoratori degli stabilimenti italiani

Pubblicato:17-12-2021 19:34
Ultimo aggiornamento:18-12-2021 14:45
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MISE, IL MINISTRO GIORGETTI HA INCONTRATO IL SEGRETARIO DI STATO DI SAN MARINO
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Di Ugo Cataluddi e Luca Monticelli

ROMA – Il Governo presenterà nelle prossime ore un emendamento alla Manovra con le nuove norme sulle delocalizzazioni. Soddisfatto per l’intesa il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti: “Soluzione ragionevole, non penalizza le imprese e tutela i lavoratori“. Nel merito, il provvedimento dovrebbe stabilire l’aumento del 50% della sanzione già prevista per l’impresa che non presenta un piano per la delocalizzazione. Dopo i fronti caldi di Embraco, Gkn, Saga Coffee e Whirlpool, la politica ha deciso di intervenire per cercare di porre un freno alle imprese che decidono di spostare la produzione in altri Paesi e licenziare i lavoratori degli stabilimenti italiani.

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LE NORME A FAVORE DELLE IMPRESE VOLUTE DA GIORGETTI

Alle norme antidelocalizzazioni si affiancano una serie di misure volute dal ministro Giancarlo Giorgetti a favore delle imprese che intendono investire in Italia o comunque prendere in carico lavoratori dalle aree di crisi. In particolare, tra le altre: Direttiva ministro 6 agosto 21 indirizzata a tutte le direzioni per dare priorità nella richiesta di incentivi di vario tipo alle aziende che investono in aree già dichiarate di crisi. Art. 24 della legge di bilancio: prevede un fondo speciale di 100 milioni di euro per favorire il prepensionamento dei lavoratori di aziende in crisi. Art. 30 legge di bilancio per decontribuzione totale per chi assume a tempo indeterminato lavoratori in crisi. La legge di bilancio, inoltre, rifinanzia con 450 milioni di euro lo strumento di politica industriale dei contratti di sviluppo, agevolando i progetti di investimento a sostegno della competitività. Nella norma antidelocalizzazione che sarà presentata alla legge di bilancio, al comma 14 c’è beneficio per acquisto immobili da imprese in crisi.

LA VICEMINISTRA TODDE: “SERVE EQUILIBRIO E NON NORME PUNITIVE”

“Cercare scelte diverse e coraggiose non vuol dire punire, a chi dice il contrario dico che non è vero. Serve in questo senso equilibrio. Dobbiamo accompagnare questi cambiamenti con politiche industriali serie“. Così la viceministra allo Sviluppo economico, Alessandra Todde intervenendo all’Agorà ‘La responsabilita’ sociale delle grandi imprese: nuove norme contro le delocalizzazioni’.

LETTA: “IL PAESE FA UN PASSO AVANTI”

Crediamo che sia questo il momento giusto per intervenire, con questo Governo che può mettere in atto un intervento che invece di polemiche può generare evoluzioni positive”. Così il segretario dem, Enrico Letta intervenendo all’Agorà ‘La responsabilita’ sociale delle grandi imprese: nuove norme contro le delocalizzazioni’.

“Siamo arrivati al dunque. Il momento per il Paese è maturo per fare un passo avanti. Il provvedimento che a breve vedrà la luce darà un senso alla relazione tra gli investimenti e i territori. Una relazione diversa da quella che è stata fino ad oggi. Significherà dare valore a territori e persona che sono il cuore del lavoro e dello sviluppo”.

CONTE: “SODDISFATTI PER L’INTESA RAGGIUNTA”

“Non possiamo che esprimere soddisfazione per l’intesa raggiunta nel Governo sull’emendamento alla Manovra sulle delocalizzazioni. La viceministra Alessandra Todde ha lavorato in questi mesi per raggiungere una sintesi nel segno della responsabilità sociale delle imprese, tema che sta particolarmente a cuore al Movimento 5 Stelle”. Così il leader pentastellato, Giuseppe Conte, su Facebook.

Una sintesi che non vuole essere punitiva per le imprese e che non vuole incatenarle in alcun modo. È una soluzione ragionevole, che comporta il rispetto di un percorso, che tutela i lavoratori e che mette un primo argine importante alle delocalizzazioni“, conclude Conte.

FRATOIANNI: “RESTA LIBERTÀ DI ANDARSENE E LICENZIARE, PAGANDO”

“Dopo mesi di tira e molla e di scontri interni alla maggioranza ecco la proposta del Governo sulle delocalizzazioni che risponde solo parzialmente al dramma che stanno vivendo migliaia di lavoratori“. È critico il il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni sull’emendamento preparato dall’esecutivo sul tema delle delocalizzazioni.

Andarsene via e licenziare diventa ancora di più una libertà che si può acquistare con i soldi. In questi mesi il Governo poteva aprire un confronto con i sindacati e con il Parlamento. Arriva invece un emendamento alla Manovra. Ora mi auguro davvero che al Senato venga invece approvato l’ emendamento che riprende la proposta scritta dai lavoratori della Gkn – conclude il leader di SI – presentato dal senatore Mantero, con le nostre senatrici Nugnes e La Mura ed altri per dare una risposta esauriente e completa”.

MICELI (CGIL): “TESTO MOLTO TIMIDO, GOVERNO SI CONFRONTI CON NOI”

“È fondamentale che il dispositivo di legge sulle delocalizzazioni intervenga sulle crisi in corso. Altrimenti non avrebbe quei requisiti di vera urgenza di cui invece c’è assoluto bisogno”. In una delle Agorà organizzate dal Partito democratico quest’oggi, Emilio Miceli, segretario confederale della Cgil, all’indomani dello sciopero generale, esplicita con nettezza la posizione della Confederazione di corso d’Italia.

“Il Governo- ha chiarito il sindacalista – ha scelto di fare un emendamento sulle delocalizzazioni senza incontrare il sindacato. È una scelta sbagliata tanto più all’indomani dello sciopero generale. Milioni di lavoratori hanno chiesto una svolta nelle politiche industriali – ha proseguito Miceli – ma il Governo ha scelto la via tecnocratica della auto-sufficienza”.

In relazione alle anticipazioni fatte circolate sul merito dell’emendamento, “sembra che il testo sia centrato sulle procedure, che a nostro avviso -se confermate – sarebbero assai timide, e non tocca né il tema della partecipazione sociale, né quello di una nuova visione del ruolo pubblico, e della sua capacità regolatrice del sistema delle imprese” ha sottolineato il segretario confederale.

Miceli è convinto che invece quella che abbiamo davanti “era l’occasione per aprire un grande dibattito” mentre l’emendamento del Partito democratico “è solo un timido aggiustamento alla legge di Bilancio”. Da qui la richiesta di “fare questa discussione con il Governo. Perché c’è bisogno di fare meglio – rimarca il sindacalista della Cgil – e c’è bisogno fare di più”.

RE DAVID (FIOM): “TESTO ASSECONDA CHI DECIDE DI DELOCALIZZARE”

“Se il testo dell’emendamento del Governo alla Manovra è quello che si apprende in queste ore, rischia di essere un provvedimento che dà il via libera alle imprese che hanno deciso di delocalizzare“. Per la segretaria generale della Fiom-Cgil, Francesca Re David, si tratta di “una mera proceduralizzazione che, tra l’altro, mette in discussione il diritto per i lavoratori di difendersi attraverso le normative contrattuali e il ricorso alla magistratura“.

La leader del sindacato dei metalmeccanici prosegue: “Chiunque sta ai tavoli di crisi sa bene che non bastano certo tre mesi per discutere sul mantenimento delle attività produttive in Italia e non bastano 12 mesi (che tra l’altro corrispondono all’attuale cassa integrazione per cessazione) per concludere una reindustrializzazione. Non c’è nessun ruolo attivo del Governo per il mantenimento del tessuto industriale del Paese, nella totale assenza di politiche di settore e non c’è nessun vincolo alla responsabilità sociale dell’impresa sancita dalla nostra Costituzione. Anche sulle delocalizzazioni il metodo del Governo è sempre lo stesso – attacca Re David -: i sindacati e i lavoratori, che stanno affrontando quotidianamente queste crisi, conoscono il provvedimento a cose fatte. È opportuno che il Governo si fermi e convochi le organizzazioni sindacali”.

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