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Gaza, raid su ospedali e in un campo profughi. E ora Israele bombarda anche il sud: colpita una scuola-rifiugio

Mentre sulla Striscia di Gaza continuano i raid, da Tel Aviv si ragiona sull'ipotesi di estendere l'invasione di terra anche a sud

Pubblicato:17-11-2023 13:21
Ultimo aggiornamento:17-11-2023 19:13
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gaza rifugio msf
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ROMA – Nella Striscia di Gaza, dove la notte scorsa i principali operatori telefonici hanno dovuto interrompere ogni servizio per danni alle infrastrutture, è proseguita l’offensiva di terra delle forze israeliane nel nord, contrastata da gruppi armati palestinesi. Secondo l’agenzia di stampa palestinese Wafa, raid aerei contro il campo profughi di Nuseirat hanno causato la morte di 18 civili. Stando ai dati disponibili, forniti da Tel Aviv e dal governo di Gaza, dal 7 ottobre si registrano oltre 12mila morti, 1200 in Israele e 11.500 nella Striscia.

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Negli ultimi giorni, l’esercito israeliano ha compiuto anche raid all’interno dei tre principali ospedali, che già avevano interrotto ogni funzione a causa dei tagli ad acqua, elettricità e forniture di base. La notte scorsa l’esercito ha bombardato non solo il nord ma anche il governatorato meridionale di Khan Younis, indicato dal 13 ottobre tra le zone sicure per l’1,1 milioni di abitanti del nord per sfollare. Bombardata anche la scuola Falah, nella località meridionale di al-Zaytoun, dove secondo Al-Jazeera trovano rifugio migliaia di persone. Il taglio alle comunicazioni per ora non rende possibile conoscere l’eventuale bilancio delle vittime.


ISRAELE VALUTA INVASIONE ANCHE DAL SUD

Negli ultimi tre giorni, dagli aerei sono stati lanciati volantini per incoraggiare anche la popolazione di quest’area a evacuare. Stamani, tre membri del gabinetto di guerra di Tel Aviv si sono detti favorevoli a estendere l’invasione di terra anche a sud.

Dal 2006 la Striscia di Gaza, un territorio di 365 chilometri quadrati, vede le frontiere terrestri, aeree e marittime controllate da Israele. Dopo il 7 ottobre anche il valico di Rafah a sud con l’Egitto, l’unico Paese confinante oltre a Israele, è stato chiuso ai civili, che denunciano di non avere possibilità di fuga dagli attacchi in corso dall’8 ottobre.

Dopo l’annuncio del Sudafrica di aver deferito Israele alla Corte penale internazionale per presunti crimini di guerra nella Striscia, stamani la deputata irlandese Mary Lou McDonald, capo del partito Sinn Fein al governo del Paese, ha fatto appello al governo a portare Israele all’Aia: “A Israele non interessa il diritto internazionale. Sapete il perché? Perché non è mai stato chiamato a rispondere davanti alla giustizia”.

PIÙ DI 2 MILIONI DI FIRME PER DUE PETIZIONI

Intanto, una seconda petizione lanciata sulla piattaforma Change.org per chiedere l’immediato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e in Israele sta per raggiungere il milione di firme (932.500 al mattino di oggi), dopo la prima che ha superato il milione e 300mila firme. Entrambe le iniziative sono state lanciate dall’organizzazione United for Human Rights in the Israel-Palestine crisis, ottenendo anche l’adesione di centinaia di organizzazioni della società civile, tra cui anche centri di ricerca e organismi per i diritti umani.

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