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A Bologna arrivano le ‘Consegne etiche’ che pagano ‘bene’ i riders

A Bologna parte in via sperimentale un servizio di consegne all'insegna dell'ambiente e dei diritti dei ciclo-fattorini

Pubblicato:17-09-2020 16:01
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:54
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BOLOGNA – Se a cambiare le cose non sono le grandi multinazionali che gestiscono i servizi di consegne a domicilio, allora a mettersi in moto- anzi, in bici- è la città stessa, proponendo un modello alternativo del servizio, più sostenibile e con maggiori tutele per i lavoratori. Si tratta di ‘Consegne etiche’ progetto avviato durante il lockdown a Bologna, e che dopo mesi di confronto tra associazioni e cittadini, sarà attivo dall’1 ottobre, grazie alla collaborazione tra Fondazione per l’Innovazione urbana e Comune di Bologna.

Per ‘Consegne etiche’ si intende un “servizio di consegne a domicilio alternativo che garantisca tutele, lavoro degno ai fattorini, attenzione alle relazioni con i commercianti locali e all’ambiente”, spiega Simona Larghetti, referente di Dynamo, cooperativa già attiva nel settore delle consegne con cargo bike, e presidente della Consulta della bici. A consegnare i prodotti a casa (per ora) saranno proprio 12 riders di Dynamo e quattro di Idee in movimento, altra cooperativa che durante il lockdown ha dato vita (insieme ad altre realtà, ndr) al progetto ‘Staffette alimentari partigiane’, dando supporto a persone bisognose.

Per adesso il progetto sarà avviato in via sperimentale, ma l’obiettivo è creare un vero e proprio sistema integrato, con tanto di app per smartphone. Tra gli intenti di ‘Consegne etiche’ c’è quello di “assicurare nove euro netti l’ora e tutte le tutele che un lavoratore dovrebbe avere” ai ciclofattorini, che invece in media percepiscono circa 5,50 euro all’ora (ma molto spesso anche meno) lavorando per altre piattaforme. Tutti i fattorini di ‘Consegne etiche’ invece, garantiscono i promotori del progetto, saranno assunti con contratto regolare, e oltre ad uno stipendio fisso, godranno anche delle tutele assicurative; altro diritto tanto reclamato, quanto spesso negato, dai riders che lavorano per le grandi piattaforme internazionali.


‘Consegne etiche’ non solo va incontro ai fattorini, ma sarà conveniente anche per i commercianti del territorio. Se infatti normalmente i negozi devono rendere circa il 30% della consegna alla piattaforma che gestisce la commissione, ‘Consegne etiche’ vuole “garantire trasparenza ed equità nelle transazioni, lasciando la gestione interamente ai commercianti” e perciò, senza rincaro sulla consegna. Per adesso, hanno aderito al circuito di ‘Consegne etiche’ il mercatino Albani nel quartiere Navile e il mercato in Via Vittorio Veneto, oltre che ad alcuni punti vendita di Coop Alleanza 3.0. Per fare in modo che il servizio funzioni e che tutte le tutele promesse vengano rispettate infatti, “noi di ‘Consegne etiche’ abbiamo deciso di lavorare sull’ottimizzazione delle richieste”, spiega Larghetti alla ‘Dire’, e per questo, ad esempio, le consegne saranno (per il momento, ndr) limitate a fasce orarie o richiederanno volumi minimi per ogni ordine. 

“Mettere in discussione un modello ingiusto è stato il primo passo. Ora, con il cantiere Consegne Etiche, ci siamo spinti oltre, immaginando e mettendo in campo un modello alternativo, etico e responsabile- dice l’assessore alla Cultura, Matteo Lepore- abbiamo coinvolto per ora commercio di vicinato, grande distribuzione, librerie, biblioteche”. Grazie all’Istituzione biblioteche e al Patto per la lettura di Bologna infatti, il servizio garantirà, inoltre, la possibilità per tutti i cittadini di Bologna di ricevere libri in prestito direttamente a casa, con un servizio di consegna diffuso tra le biblioteche del territorio. Ultimo, ma non ultimo: l’intento di ‘Consegne etiche’ è anche tutelare l’ambiente, garantito da consegne in bicicletta o in cargo bike, con una notevole riduzione delle emissioni di anidride carbonica. “Vedendo tanti, troppi furgoni in città, ci siamo interrogati da tempo sulla necessità di contribuire con un servizio etico che possa liberare spazio e migliorare la qualità dell’aria”, conclude Larghetti.

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