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Spalletti: “Non è vero che Totti ha smesso di giocare per colpa mia”

Intervistato su Dazn, il tecnico del Napoli torna sul rapporto nell'ultimo anno alla Roma con il 'Pupone': "Si sapeva da tempo che a fine stagione sarei andato via, avrebbe potuto continuare"

Pubblicato:17-08-2022 13:03
Ultimo aggiornamento:17-08-2022 13:03

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ROMA – Totti, sempre Totti. Anche adesso che allena il “nuovo” Napoli Luciano Spalletti deve rispondere alla domanda sullo “sgarbo” tanto raccontato anche da serie tv e documentari. Nell’intervista a Diletta Leotta per Dazn, il tecnico toscano non si nega, parlando dei capitani della sua carriera: “Per loro ho fatto cose che per altri calciatori non avrei mai fatto, mi disturba sentire che hanno finito a causa mia. Non è vero. Totti avrebbe potuto continuare perché si sapeva da tempo che io a fine stagione sarei andato via. Icardi non è andato via con me ma con Conte, che avrebbe potuto utilizzarlo. Insigne? Ho fatto di tutto per convincerlo a rimanere ma lui aveva preso la decisione con la famiglia“.

SPALLETTI: “DI TOTTI HO TUTTE LE MAGLIE, LUI FONDAMENTALE”

“Di Totti le ho proprio tutte le magliette – continua Spalletti – Un calciatore che per me è stato fondamentale come apporto alla squadra, personalità, tirare dentro lo stadio alle partite. Non gli devi dire niente quando vanno in campo. Se qualcuno in Champions si faceva intimorire, ci pensavano loro”. Sul ‘Pupone’, “se riavvolgiamo il nastro, per me è tutto chiaro – sottolinea il tecnico di Certaldo – Se poi si ha la volontà di cambiare delle cose, allora è chiaro che viene fuori un messaggio non corretto. Per essere pratici, in quella Roma c’erano gente come Keita, Maicon, Strootman, Nainggolan, De Rossi. Se non avessi fatto la cosa giusta, sarebbe stato difficile essere seguito. Se avessi commesso un torto a Totti, sarebbe stato impossibile arrivare secondi davanti al Napoli. Mi dispiace perché con lui ho avuto un grandissimo rapporto”.

SPALLETTI: “MI INNAMORO DEI MIEI CALCIATORI”

“Io mi innamoro veramente dei miei calciatori – prosegue Spalletti nell’intervista a Dazn – Da dove sono partito io, ho fatto molto, ho portato a termine il sogno che avevo da bambino, sono andato a vivere lo spogliatoio con questi calciatori che sono quelli che avrei visto lo stesso dalla tv”. La serie tv ‘Speravo de morì prima‘ ha distorto notevolmente il racconto di quel rapporto: “L’ho guardata un pochino, ne ho sentito parlare – spiega l’allenatore -, quello che è sbagliato è che aveva contenuti per farla su di sé mentre l’ha fatta su di me, mi ha fatto diventare un personaggio popolarissimo. C’erano due-tre scene che se me le avesse chieste gliele avrei prestate volentieri, avrebbe fatto un boom di ascolti. Poi invito a vedere la mia, quando farò la mia”, conclude ironico Spalletti.


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