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Presidenziali Ecuador, vince Daniel Noboa il più giovane e ricco

Il figlio del tycoon delle banane batte Gonzalez, erede di Correa

Pubblicato:16-10-2023 14:03
Ultimo aggiornamento:18-10-2023 14:03
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ROMA – Eredità economica o politica? Il 52% degli elettori che ieri sono andati alle urne in Ecuador non hanno avuto dubbi: è Daniel Noboa, 35 anni, figlio dell’uomo più ricco del Paese il nuovo presidente, che ha battuto così alle urne la candidata scelta da Rafael Correa, Luiza Gonzalez, che secondo la commissione elettorale si è fermata al 47,7%.

“Ringrazio mia moglie, i miei genitori e Dio per questa vittoria, e anche agli elettori che hanno approvato il mio programma, che punta a restituire il sorriso al Paese”: così Noboa ha commentato il risultato del ballottaggio, dopo il primo turno del 20 agosto. Il voto però si è svolto in una fase molto delicata per il paese che si affaccia sul Pacifico, segnato da una escalation di violenze e crimini tra bande, e ancora scioccato per l’uccisione in pieno giorno del candidato e giornalista d’inchiesta ernando Villavicencio a pochi giorni dal voto. E così, il Paese ha scelto il figlio dell’imprenditore più ricco, che in passato aveva già cercato cinque volte di arrivare al Palacio de Carondelet.


Come riporta la Commissione elettorale ecuadoriana, il candidato di Acción Democrßtica Nacional ha guadagnato il 52,3% dei voti, battendo la sfidante di Movimiento Revolución Ciudadana, indicata dall’ex presidente social-democratico Rafael Correa, esule dal 2017 in Belgio. Quest’ultimo aveva promesso che, in caso di vittoria, avrebbe rivestito la carica di primo consigliere di Gonzalez. Alle urne ieri si sono diretti 10 milioni di elettori sui circa 13 milioni e centomila registrati.

Noboa, il più giovane presidente eletto nella storia del Paese, governerà fino a maggio 2025, ossia ciò che resta della presidenza lasciata da Lasso, che infatti a maggio si è dimesso anticipatamente, per permettere agli elettori di andare nuovamente al voto.

Figlio di Alvaro Noboa, ossia dell’uomo più ricco dell’Ecuador, il 35enne è entrato in politica nel 2021, quando è stato eletto in Parlamento, e oggi ha realizzato il sogno del padre, che si è candidato ben cinque volte alla presidenza senza mai riuscire a vincere. Quest’ultimo è a capo della Noboa Corp. e vanta oltre 128 aziende impegnato nel settore della produzione, trasporto e vendita delle banane. Il figlio ha potuto così studiare bussiness management negli Stati Uniti per lavorare nell’attività di famiglia prima di scendere in politica.

La sua campagna elettorale è ruotata intorno al tema delle violenze delle bande criminali legate al narcotraffico, dal momento che l’Ecuador si trova tra Perù e Colombia, ossia i principali produttori di cocaina a livello mondiale. Violenze che avvengono anche nelle carceri: scontri tra le bande hanno causato 31 vittime a metà luglio, costringendo l’esecutivo a dichiarare 60 giorni di stato di emergenza in tutti gli istituti penitenziari. A pochi giorni dal voto al primo turno, il paese fu scosso dall’assassinio di Fernando Villavicencio a Quito, al termine di un comizio, forse per la sua ferma opposizione al narcotraffico.

Nel suo programma elettorale, Daniel Noboa ha avanzato delle proposte definite da alcuni analisti “populiste”: trasferire i capi delle gang incarcerati su prigioni galleggianti al largo delle coste ecuadoriane, così da bloccare i loro contatti coi gruppi che operano fuori e arginare le violenze nei centri di detenzione; fermare i traffici a partire dal rafforzamento dei controlli alle frontiere e ai punti d’accesso come aeroporti e porti, dotandoli di scanner per il riconoscimento. Noboa inoltre promesso di aumentare i posti di lavoro.

Anche la sua avversaria, Gonzalez, ha messo il tema della sicurezza al centro, promettendo azioni per risolvere alla radice l’adesione dei giovani alla criminalità organizzata a partire dalla creazione di posti di lavoro per rispondere a povertà e diseguaglianze sociali. Il no all’aborto anche in caso di stupro o incesto, però, le hanno forse alienato il sostegno delle elettrici, sebbene avrebbe potuto ambire ad essere la prima donna presidente nella storia del Paese.

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