ROMA – Bloccata l’esecuzione di tre giovani accusati di vandalismo e atti di “guerra” contro la Repubblica islamica per aver partecipato a cortei di protesta in Iran a novembre: lo ha riferito a Teheran l’agenzia di stampa Fars.
Secondo Fars, i magistrati hanno disposto uno stop sulla base dell’articolo 477 del Codice penale. I tre, Amirhossein Moradi e Mohammad Rajabi di 25 anni e Saeed Tamjidi di 27, erano stati condannati a morte venerdi’ dalla Corte suprema dell’Iran.
Nei giorni scorsi in loro difesa si era sviluppata una campagna social, con l’hashtag “Non eseguite la condanna”, in inglese e in persiano.
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“Questa notizia, positiva, e’ la conferma che le pressioni e le mobilitazioni di milioni di persone possono fare la differenza”: cosi’ all’agenzia Dire il portavoce di Amnesty International in Italia, Riccardo Noury, in merito a una sospensione dell’esecuzione di tre ventenni condannati a morte in Iran.
“Nei giorni scorsi Amnesty aveva denunciato l’aumento dell’uso della pena di morte come strumento di repressione politica e del dissenso” ricorda Noury. “Oggi arriva una notizia di segno inverso, che accogliamo positivamente, auspicando che i tre ragazzi che rischiavano la pena di morte per fatti avvenuti nelle proteste del novembre 2019 abbiano un processo equo”.
Il portavoce di Amnesty sottolinea pero’ il rischio che lo stop del quale e’ stato riferito oggi non sia definitivo. Secondo Noury, “bisogna fare attenzione a che la decisione non sia temporanea e che poi si riprenda quando l’attenzione sara’ scemata”.
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