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Regione Vda lancia progetto di prevenzione al suicidio

Pubblicato:16-04-2022 16:21
Ultimo aggiornamento:16-04-2022 16:21
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AOSTA – Un progetto regionale e partecipato di prevenzione al suicidio, che parta dal territorio. Questo l’obiettivo di un tavolo di lavoro interistituzionale, voluto dall’assessorato alla Sanità della Regione Valle d’Aosta, per affrontare e prevenire il fenomeno, che vede la regione alpina tra i primi posti a livello nazionale. Il tavolo si è riunito per la prima volta questa settimana a Palazzo regionale, ad Aosta.

In Valle d’Aosta l’incidenza dei suicidi è di quattro volte superiore alla media nazionale“, ha spiegato l’assessore regionale alla Sanità, Roberto Barmasse, aprendo i lavori. “Lo sforzo che vogliamo compiere- prosegue- è quello di promuovere e coordinare l’attuazione di un progetto regionale di prevenzione al suicidio in maniera partecipata e soprattutto di concerto con tutte le varie componenti e soggetti presenti sul territorio”. E ha aggiunto: “L’importanza di ritrovarsi e in particolare di prevedere azioni concrete permette di aumentare la consapevolezza nella popolazione che il suicidio è un fenomeno che può essere prevenuto“.

Diverse sono le anime che comporranno il progetto a regia regionale: ci sarà una campagna di prevenzione “che coinvolgerà tutta la popolazione”, ha affermato Monica Seganfreddo della struttura Assistenza territoriale, formazione e gestione del personale sanitario della Regione. Ampio spazio sarà dedicato al ruolo delle “sentinelle”, quelle persone “capaci di cogliere i segnali predittori ed inviarli a chi si prenderà poi cura di queste persone in difficoltà“.


Il progetto punta anche a facilitare l’accesso alle offerte di aiuto, garantire una presa in carico e un trattamento efficaci di chi manifesta un certo malessere, ridurre la disponibilità dei mezzi suicidiari, insistere sulla prevenzione nei giovani, offrire sostegno ai superstiti e alle persone implicate e coinvolgere gli organi di informazione. “I superstiti- ha precisato Seganfreddo- saranno il vero motore del progetto perché portatori di un sapere esperienziale”. E conclude: “Già solo una vita salvata significherebbe un grande successo“.

I DISSUASORI SUI PONTI

Un sodalizio, quello alla base del progetto, che ha coinvolto anche l’assessorato regionale alle Opere pubbliche retto da Carlo Marzi. Marzi è intervenuto illustrando gli interventi per la prevenzione e la dissuasione realizzati e programmati sui ponti di Introd, Châtillon e Avise. Entrando nel merito degli interventi, sul ponte di Introd è stato installato un sistema di dissuasione sonora basato sull’analisi video di immagini termiche di avanguardia: “Ogni qualvolta viene superata una delle linee virtuali di confinamento posizionate sui lati del ponte- ha spiegato Marzi- il sistema genera un allarme, attivando un pre allarme sonoro di breve durata in caso di sporgenza accidentale dalla linea esterna del parapetto e un successivo allarme, di durata maggiore, in caso di superamento completo del parapetto da parte di una sagoma”. E ha aggiunto: “L’allarme generato viene trasferito dal sistema in centrale affinché l’operatore possa avviare la procedura di intervento in loco, correlata dalla valutazione sulle effettive intenzioni degli accadimenti”.

La privacy della persona “rimane in ogni caso tutelata in quanto le telecamere del sistema non sono appositamente predisposte per l’identificazione dei soggetti ripresi”, ha precisato l’assessore. Sul ponte di Avise invece sarà realizzata un’adeguata protezione sulla parte esterna dei parapetti esistenti, allo stato attuale di altezza molto ridotta, completata da una rete metallica alta due metri. I lavori saranno avviati nel mese di maggio e comporteranno una spesa complessiva di 90.000 euro.

A Châtillon infine, sul Pont Neuf, si sta ancora valutando il da farsi: l’amministrazione comunale si è resa disponibile “a verificare la possibilità di intervenire per il potenziamento dell’illuminazione in corrispondenza del ponte”, ha proseguito Marzi, e valuterà in un secondo momento “l’installazione di dissuasori sonori posti lungo i parapetti laterali, anche a seguito degli interventi nel frattempo realizzati sul ponte di Introd”.
Durante l’incontro è stata presentata anche la neonata associazione “Il Mandorlo Fiorito”, costola dei volontari del soccorso Grand Paradis, fondata da alcuni superstiti al suicidio e dedicata alla promozione di attività di sostegno alle vittime, di diffusione delle buone prassi attraverso l’implementazione del sapere esperienziale e di consulenza di specialisti nel settore. “Vogliamo arrivare il più possibile vicino alle persone- ha affermato la presidente Paola Longo- e diventare il più possibile un punto di riferimento sia per supportare e incoraggiare altri sopravvissuti sull’esempio dei gruppi di auto e mutuo aiuto, sia per aiutare coloro che si trovano ad affrontare per sé o per i loro famigliari il problema del comportamento suicidiario e hanno bisogno di sostegno e incoraggiamento”.

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