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W20, il Tenente Colonnello dell’Arma Irene Davì: “Anche il gentil sesso combatte il bracconaggio”

L'ufficiale impegnata contro i crimini ambientali ha preso parte al summit 'Women20'

Pubblicato:15-07-2021 17:00
Ultimo aggiornamento:23-12-2021 15:50
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Irene Darvì Tenente Colonnello dell'Arma Carabinieri e Comandante del Gruppo Forestale di Rieti
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ROMA – “Le donne che intendono arruolarsi in un corpo di polizia impegnato sul fronte ambientale non devono arretrare. Didi Wamukoya, entrata nel 2007 nel Kenya Wildlife Service (KWS), ha detto: ‘Come donna, dovresti credere nelle tue capacità e cavalcare la tua passione non solo per te stessa ma per le generazioni future’. Questo è anche il mio monito e la mia speranza”. Ha lasciato questo augurio alla platea in ascolto Irene Davì, Tenente Colonnello dell’Arma Carabinieri e Comandante del Gruppo Forestale di Rieti, nel Lazio, oggi pomeriggio al summit Women20 in corso a Roma dove ha portato la sua testimonianza di donna in uniforme impegnata nella difesa ambientale.

Qualcuno potrebbe ritenere che, ad esempio, essere in prima linea contro il bracconaggio sia questione troppo pericolosa per il ‘gentil sesso’. Invece, questo non corrisponde dalla verità. A tutti i livelli, le donne occupano ruoli di rilievo nella lotta contro il traffico di fauna selvatica e il crimine ambientale. Nell’Arma dei Carabinieri– ha detto- le donne impegnate sul fronte ambientale sono circa il 20% dell’intera componente specialistica del Corpo (rispetto ad una percentuale di donne Carabiniere che si attesta intorno al 5% del totale del personale in servizio)”.

Una scelta quella di Irene Davì che nasce da un episodio indimenticabile. “La mia esperienza come Ufficiale di polizia nella lotta ai crimini ambientali– ha raccontato- è iniziata quando i miei occhi hanno incontrato quelli di Minnie, una scimpanzé di 33 anni. Avevamo la stessa età. Minnie non aveva mai visto i propri simili. Forse aveva un debole ricordo della madre, dalla quale era stata strappata quando aveva solo pochi giorni, per essere allevata dagli umani. Rinchiusa dietro le sbarre di un circo, utilizzata ed esposta al ludibrio del pubblico, che forse vede ancora in questi bellissimi animali il riflesso di una buffa immagine umana. Minnie era detenuta illegalmente. Per questo motivo è stata sequestrata dai Carabinieri e portata in un centro di recupero non essendo, purtroppo, possibile reintrodurla in natura, a causa dell’incapacità di adattarsi e sopravvivere in ambiente selvatico. Lì, lontano dall’Africa, in un centro di recupero specializzato in fauna esotica, Minnie ha visto per la prima volta altri scimpanzé, anch’essi sequestrati nelle situazioni più disparate”.


Ha ricordato inoltre l’impegno al femminile in ambito internazionale per il contrasto di questi fenomeni. “Didi Wamukoya è entrata nel 2007 nel Kenya Wildlife Service (KWS), agenzia governativa di protezione e gestione della fauna selvatica e del patrimonio naturalistico del Kenya. All’epoca, il KWS non aveva un’unità dedicata alla gestione dei crimini ambientali, ma Wamukoya- ha voluto sottolineare- la istituì per il perseguimento dei reati contro la fauna selvatica nei tribunali di tutto il Paese. Wamukoya- ha ricordato infine- ha aiutato a formare più di 600 persone tra ufficiali giudiziari, procuratori e investigatori provenienti da diverse nazioni africane, tra cui il Burundi, la Repubblica Democratica del Congo, l’Etiopia, il Kenya, il Mozambico, il Ruanda, l’Uganda e la Tanzania”.

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