NEWS:

VIDEO | Bimba scomparsa a Firenze, investigatore privato: “Gli occupanti collaborino”

Walter Piazza ha avuto l'incarico dalla madre della bambina: "Un'organizzazione legata al racket penso sia più intelligente"

Pubblicato:15-06-2023 11:19
Ultimo aggiornamento:15-06-2023 16:31
Autore:

kata compie sei anni
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

FIRENZE – “È necessario che collaborino un po’ di più tutti” all’interno dell’ex hotel Astor. Gli occupanti che in queste ore concitate vengono descritti come ‘clan’, tra bande in guerra e racket degli affitti. Tesi che Walter Piazza, investigatore privato “autorizzato” (cosa che tiene a rimarcare “perché oggi sono tutti investigatori ma la licenza ce l’hanno in pochi”) smorza: “Vogliono fare tutti i mafiosi, ma dei mafiosi non hanno niente”, dice entrando nell’ex albergo dove Kata, la bimba scomparsa a Firenze, probabilmente è stata rapita. “Speriamo sia una cosa di minor rilevanza e non sia una pista così pesante“, anche perché “un’organizzazione legata al racket penso sia più intelligente”, osserva il professionista dopo che ha avuto l’incarico dalla madre della bambina.

LEGGI ANCHE: Il padre di ‘Kata’ a Chi l’ha visto: “Chi l’ha presa ha pianificato tutto”

“Ci può essere dietro una convenienza. Di che cosa, di che tipo non lo so. Secondo me, inoltre, la verità potrebbe essere nella compagnia dei bambini della bimba. Sono molto attenti e magari, attraverso i disegni, sarebbe da valutare anche questo tipo di accertamento. Un bimbo ti può fare un disegno di una scena che può dare delle indicazioni”. Certo, precisa, “la fonte principale sono sempre gli inquirenti, che giustamente non parlano. Noi cerchiamo solo di dargli un appoggio, per far sì che la gente non si dimentichi in fretta”. In questi casi “bisogna essere costanti nel tempo”.


LEGGI ANCHE: Bimba scomparsa a Firenze, una occupante dell’ex Astor: “Lite per le stanze, la famiglia sa”

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it