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Libia, Unhcr: “Conflitto si inasprisce, trasferire 1.500 migranti”

In seguito all’inasprirsi del conflitto in Libia all’inizio di aprile, oltre 9.500 persone sono state costrette alla fuga

Pubblicato:15-04-2019 12:18
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:21
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ROMA – Alla luce del drastico peggioramento delle condizioni di sicurezza nella capitale libica Tripoli, l’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, venerdì scorso ha chiesto con urgenza il rilascio immediato di rifugiati e migranti dai luoghi di detenzione. Molti di questi Centri si trovano in aree teatro di scontri continui.

In seguito all’inasprirsi del conflitto in Libia all’inizio di aprile, oltre 9.500 persone sono state costrette alla fuga. Tuttavia, si stima che siano oltre 1.500 i rifugiati e i migranti bloccati in Centri di detenzione che si trovano in aree interessate dalle ostilità.

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“Queste persone sono in una situazione di grande vulnerabilità e pericolo. Sono fuggite da conflitti o persecuzioni nei propri Paesi solo per ritrovarsi intrappolate in nuovi scontri”, ha dichiarato Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati.

“I rischi per le loro vite crescono ora dopo ora. È necessario metterli in salvo con urgenza. Per intenderci, è una questione di vita o di morte”. Fra i Centri di detenzione che si trovano in prossimità degli scontri vi sono quelli di Ain Zara, Qasr Bin Ghasheer e Abu Sleim, tutti a sud di Tripoli.

La settimana scorsa, l’Unhcr ha cercato di assicurare il trasferimento di rifugiati detenuti vulnerabili da tali Centri a luoghi più sicuri, fra i quali il Centro di raccolta e partenza (Gathering and Departure Facility/Gdf) gestito dall’Unhcr, nel centro di Tripoli.

Alla data di venerdì 12 aprile, l’Unhcr aveva potuto effettuare il trasferimento di soli 150 rifugiati vulnerabili dal Centro di detenzione di Ain Zara al Gdf.

Gli sforzi profusi dall’Unhcr per assicurare ulteriori trasferimenti di rifugiati vulnerabili da altri Centri di detenzione sono stati ostacolati dall’impossibilità di accedervi e da problemi di sicurezza.

Gli scontri stanno ostacolando gli spostamenti mentre l’instabilità delle condizioni di sicurezza comporta sia la difficoltà di accedere alle strutture interessate dal conflitto per mettere in salvo i rifugiati, sia quella di organizzarne il trasferimento in aree più sicure.

Quale ultima misura salva-vita, non avendo ottenuto il rilascio dei detenuti, l’Unhcr, insieme ai propri partner, giovedì scorso ha tentato di ricollocare tutti i 728 rifugiati e migranti detenuti nella struttura di Qasr Bin Ghasheer al Centro di detenzione di Zintan, lontano dal conflitto.

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