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Fiaccolata pro-migranti a Bologna: “Politici disobbediscano a scelte disumane”

Appello delle associazioni che si occupano di accoglienza alla vigilia della manifestazione del 3 ottobre: levata di scudi contro i Cpr

Pubblicato:02-10-2023 19:28
Ultimo aggiornamento:03-10-2023 14:33
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patto sui migranti
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BOLOGNA, 2 ott. – Contro la “barbarie” nei confronti dei migranti si muovono le associazioni e le comunità straniere. Domani, nel decennale della tragedia del 3 ottobre 2013 (a Lampedusa morirono 368 persone a pochi metri dalle spiaggia), a Bologna ci sarà una fiaccolata di denuncia per le strade della città, con commemorazione finale alla Ca’ Bura. Protagoniste le associazioni e le Ong che si occupano di migranti. In campo ci sono anche le 99 organizzazioni che si occupano di povertà ed esclusione a Bologna, che temono la fine della “pace sociale” ottenuta in città col modello di accoglienza in via di smantellamento. Per questo Alessandro Albergamo, presidente della Consulta per la lotta all’esclusione sociale, rivolge un “invito alla disobbedienza civile a tutti i politici, gli amministratori e i tecnici che si troveranno costretti ad attuare politiche disumane, al limite dei diritti previsti dalla Carta Costituzionale”. Una “guerra agli ultimi” che passa anche per la realizzazione dei Cpr.

LE ASSOCIAZIONI SI TIRANO FUORI: NON CI PRESTIAMO AI CPR

“Noi- scandisce Albergamo- non ci prestiamo a tutto ciò, non saremo complici di chi vuole distruggere il sistema dell’accoglienza per costruire i Cpr”. Quei centri “non porteranno che ad una presenza di cittadine e cittadini stranieri senza documenti, senza servizi, senza diritti e senza concrete possibilità di integrazione sociale”. “Sono dieci anni che le frontiere continuano ad uccidere, non e’ cambiato niente. Si diceva ‘mai più’ ma oggi viviamo situazioni ancora peggiori”, sottolinea da parte sua Francesco Manieri, rappresentate della rete “Sulla stessa barca Bologna” che organizza insieme ad Amnesty International e altre realtà la fiaccolata del 3 ottobre. Il Mediterraneo, afferma ancora Manieri, “è davvero un cimitero enorme che continua a mietere vittime e noi ci sentiamo impotenti. A Bologna c’e’ una cittadinanza sensibile ma probabilmente sopita, addormentata. Dobbiamo riuscire a risvegliare le coscienze”.

AMNESTY INTERNATIONAL: L’EUROPA? NON E’ COSI’ ACCOGLIENTE

Per Roberta Mincione di Amnesty “non si può dire che non ci sia attenzione sul tema, ma questa è frutto di una propaganda da parte dei Governi europei per creare paura. Siamo qui per chiedere a politici e giornalisti un cambio di narrazione e di linguaggio. Non è vero che l’Europa è accogliente, o meglio non del tutto, perché da anni ha chiuso le frontiere legali e ha esternalizzato i confini. La situazione attuale non è straordinaria, non è una invasione. Smettiamola con questo tipo di retorica”. Gli organizzatori della manifestazione chiedono allora “rotte sicure e legali anche dall’Africa”, per ridurre i rischi in mare. Quei rischi corsi da Abraham Tesfai, giovane eritreo sopravvissuto al regime del suo paese, alla traversata del deserto, alla prigione in Libia e infine alla traversata su un gommone di fortuna.


“DALL’ERITREA SI FUGGE, ANCHE A COSTO DELLA PROPRIA VITA”

In Eritrea, racconta infatti il consigliere comunale Siid Negash, “non c’è nessuna libertà. Uscire dal paese è di per se illegale, possono spararti e ucciderti ma superare il confine è come respirare“. Dal giardino dedicato alle vittime del 3 ottobre tra via Corticella e via Papini, la fiaccolata muoverà fino ai giardini della Ca’ Bura dove ci saranno letture, una performance artistica e interventi delle Ong sulla tragedia del Mediterraneo, a cui è dedicata anche una mostra fotografica.

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