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VIDEO | Anoressia, un papà: “Mia figlia mangiava ghiaccio, non c’è un perchè”. A Roma gli studenti in piazza

In piazza a Roma gli studenti medi hanno organizzato una protesta pacifica davanti al ministero della Salute per chiedere di ripristinare i fondi per i disturbi alimentari. Intanto Giuseppe Rauso, presidente dell'associazione Consult@noi, ricorda il dramma della figlia Maria Paola, morta nel 2013

Pubblicato:15-03-2024 19:27
Ultimo aggiornamento:18-03-2024 19:04
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di Carlotta Di Santo e Francesco Demofonti

ROMA – Ha perso una figlia di 18 anni a causa di disturbi legati all’alimentazione. Oggi, attraverso un’associazione, aiuta e sostiene le famiglie a combattere contro quegli stessi “mostri”, come lui stesso li definisce, che gli hanno portato via Maria Paola, affetta da anoressia e bulimia dall’età di 13 anni. In occasione della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla per la prevenzione e il contrasto dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione, che ricorre oggi, Giuseppe Rauso, presidente dell’Associazione nazionale Consult@noi ha rilasciato un’intervista alla Dire. “La prima associazione dedicata a Maria Paola si chiamava ‘Emmep4ever‘- racconta il signor Rauso- ed è stata fondata nel 2013, anno in cui è venuta a mancare, grazie anche al sostegno dei suoi compagni di rugby, sport di cui era appassionata. L’obiettivo era quello di evitare che succedesse ad altri quello che era accaduto a lei, ma anche di sostenere tutte le famiglie che convivono con un disturbo alimentare”.

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Nel periodo in cui Maria Paola era malata, per cinque lunghi anni, la sua famiglia ha attraversato insieme a lei tutte le “tipiche” fasi di chi soffre di disturbi alimentari: “Abbiamo vissuto la fase dell’isolamento- dice Giuseppe- abbiamo vissuto la fase del ‘perché a lei? perché a noi?‘ e anche la fase della vergogna. In un periodo Maria Paola mangiava ghiaccio ed è difficilissimo è molto doloroso vedere la propria figlia, giorno dopo giorno, venire divorata da un ‘mostro’ senza poter intervenire ed intercedere”. Vi siete sentiti supportati da una rete o, al contrario, quali sono state le difficoltà che avete incontrato? “Quando si ammalò nostra figlia sul territorio non c’era niente– risponde il signor Rauso- né una rete, né un’associazione, né tantomeno strutture pubbliche per il trattamento dei disturbi alimentari. Maria Paola fu trattata privatamente da una equipe multidisciplinare formata da professionisti”.

In una prima fase, prosegue il racconto di Giuseppe, Maria Paola era “psicologicamente molto tenera, la psicoterapia funzionò e lei ne uscì, ma poi nel 2012 ci fu la ricaduta, che fu diversa perché il mostro si presentò con forma e dimensioni diverse, ancora più aggressive, riuscendo a portarla via”. Ma quali consigli si sente di dare ai genitori che stanno attraversando la vostra stessa esperienza? “Tutti inizialmente vivono la fase della colpevolezza- risponde alla Dire Rauso- la fase del perché e la fase della vergogna, chi in un modo chi in un altro. Allora solo grazie al supporto delle associazioni, con momenti di condivisione, si possono superare alcuni momenti di criticità e rendersi conto che effettivamente non c’è una colpa e non c’è un ‘perché‘. Ci si ammala di disturbi alimentari come accade con tutte le altre malattie”.

Consult@noi, quindi, nasce con lo scopo di aiutare i pazienti che soffrono di disturbi alimentari “ma in particolar modo di sostenere le famiglie e indirizzarle verso i percorsi di cura esistenti sui territori- ha aggiunto ancora il presidente- È importante per una famiglia che ha un proprio caro che soffre di disturbi alimentari avere il sostegno di un’associazione, di chi conosce perfettamente sul territorio cosa c’è e a chi ci si può rivolgere; inoltre, noi sosteniamo i genitori anche con i gruppi di mutuo aiuto, durante i quali si possono condividere le esperienze vissute senza essere giudicati e ricevere anche dei consigli su come poter affrontare determinati momenti della giornata, che sono particolarmente delicati e che possono creare delle divisioni nella stessa famiglia”.

IL SIT IN ‘LILLA’ DAVANTI AL MINISTERO

Nella Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata alla prevenzione e il contrasto dei Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, si è tenuto anche un sit in pacifico, all’insegna del viola, davanti al ministero della Salute: sono oltre 150 i giovani appartenenti a diversi movimenti e associazioni studentesche che si sono dati appuntamento a Roma in piazza dei Castellani. Studenti e studentesse di licei e università hanno protestato pacificamente, ‘armati’ di palloncini lilla, chiedendo alle istituzioni che vengano reintegrati e aumentati i fondi per la cura e la prevenzione dei Disturbi del Comportamento alimentare (Dca) e che vengano presto scorporati dai Lea.

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La vostra indifferenza, la nostra rabbia‘ recita un lungo striscione lilla esposto in terra. I ragazzi tengono in mano con orgoglio numerosi cartelli: su uno si legge ‘Solo tu sai quanto fa male arrivare così in alto per poi scivolare, crollare così tante volte’. Su un altro compare invece la scritta ‘Il mio DCA non è un capriccio’ e su un altro ancora si legge la frase ‘Se avessi potuto scegliere non avrei scelto questo‘.
La protesta prosegue mentre le note della musica di Calcutta e Fulminacci riempiono la piazza.

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