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Lockdown e social “tossici”: in aumento i casi di disturbi alimentari tra gli adolescenti

A causa del lockdown e dei social aumentano i disturbi alimentari tra gli adolescenti in cura al centro specializzato dell'Ausl di Bologna

Pubblicato:13-11-2023 14:34
Ultimo aggiornamento:13-11-2023 14:34
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Da una parte il lockdown, dall’altra le pagine “tossiche” sui social. E così aumentano i casi di disturbi alimentari tra gli adolescenti in carico al centro specializzato dell’Ausl di Bologna, che da oggi è pienamente trasferito negli spazi dell’Irccs-Istituto delle scienze neurologiche all’ospedale Bellaria (prima era all’interno del Policlinico Sant’Orsola). Il trend è “in costante crescita”, con un aumento del 30% dei casi negli ultimi quattro anni. Solo nel 2022 il centro ha seguito 433 pazienti, con 190 nuovi accessi. A confermarlo è la neuropsichiatra Antonia Parmeggiani, responsabile del Centro regionale per i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione in età evolutiva.

LA PANDEMIA HA PEGGIORATO LA SITUAZIONE

“Siamo sempre stati un centro molto ambito, anche a livello nazionale, e abbiamo sempre avuto molti ricoveri- sottolinea Parmeggiani- ma il Covid ha peggiorato una situazione che vedeva già un incremento di pazienti presi in carico, legato anche ad altri fattori sociali, culturali e familiari”. Al disagio psicologico dato dalla pandemia si aggiungono gli effetti dei social, dove “spesso compaiono, non richiesti, ma perchè si sono fatte ricerche su internet a proposito di dieta e bellezza, siti tossici che promuovono l’anoressia e la bulimia– spiega la responsabile del centro- i giovani sono molto chiusi e fanno prima a socializzare con questi strumenti. Si sentono più capiti all’interno di un gruppo di giovani che condividono lo stesso pensiero, ma che spesso è tossico”. Molti ragazzi con disturbi alimentari, tra l’altro, appartengono ad “altre culture”, segnala Parmeggiani. Per lo più sono ragazzi “di seconda generazione”, che sviluppano questi problemi a seguito del tentativo di “adattarsi” al contesto e alla cultura italiana.

IN CRESCITA ANCHE I DISTURBI TRA I MASCHI

L’età dei pazienti è variabile dai 10 ai 18 anni, spiega ancora la responsabile del centro per i disturbi alimentari dell’Ausl di Bologna. Si tratta soprattutto di femmine, “ma c’è stato anche un incremento importante del sesso maschile. E quando si presenta la patologia tra i ragazzi, è particolarmente grave“. In generale, sono adolescenti “con problematiche metaboliche importanti e anche comorbidità psichiatriche- spiega Parmeggiani- prima c’è il disturbo alimentare, ma spesso si associano ansia, depressione o disturbi della personalità. O situazioni con un contesto psico-sociale difficile“.


I NUOVI SPAZI DEL CENTRO A BOLOGNA

Nei nuovi spazi creati all’Isnb ci sono posti letto, day hospital. La presa in carico prevede un percorso psico-nutrizionale, con un’equipe in cui collaborano medici, dietisti e psicologi. “Qui stiamo molto bene- afferma Parmeggiani- ma il percorso assistenziale per i disturbi alimentari non può essere confinato a questa struttura. Abbiamo una grande richiesta di intervento ed è necessario che ci sia sempre più una rete con i servizi del territorio, pediatri e medici di medicina generale”.

OGGI L’INAUGURAZIONE

Proprio la necessità di “dare una risposta a un bisogno in crescita” ha portato l’Ausl a “ripensare gli spazi” del centro, spiega il direttore generale dell’azienda sanitaria, Paolo Bordon. Con questo trasloco, peraltro, “il Sant’Orsola recupera spazi per altre attività”, sottolinea Bordon. La nuova ‘casa’ del centro regionale per i disturbi alimentari è stata presentata questa mattina alla stampa, in occasione dell’inaugurazione di una nuova sala giochi, dedicata a Lucrezia, realizzata con il contributo dell’associazione Bimbo Tu, a servizio del day hospital e day service pediatrico sempre dell’Isnb al Bellaria.

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