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L’Italia regina d’Europa per il riciclaggio di alluminio: “Ma la proposta di regolamento Ue rischia di vanificarne gli sforzi”

L’allarme del Consorzio CIAL: “Obiettivi condivisibili ma il metodo del riuso non privilegia il nostro Paese”

Pubblicato:14-07-2023 11:43
Ultimo aggiornamento:14-07-2023 12:33
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RICICLIAGGIO-ALLUMINIO
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ROMA – Domanda-test sul livello di preparazione in tema di ecosostenibilità: qual è il materiale di uso domestico che permette di essere riciclato all’infinito? La risposta è: l’alluminio. Uno dei nostri migliori amici in cucina, molto utile per confezionare e conservare il cibo, è anche uno dei migliori amici dell’ambiente. L’alluminio è infatti considerato il perfetto “material sharing” per la sua capacità di trasformarsi più volte e di assumere forme sempre diverse. È la perfetta declinazione del concetto di “usa e ricicla” che soppianta e sostituisce l’anacronistico e devastante spreco derivante dall’“usa e getta”.

LA PROPOSTA UE SU IMBALLAGGI E RIFIUTI DI IMBALLAGGIO

A novembre 2022 la Commissione Europea ha presentato una proposta di Regolamento, noto come PPWR, di revisione dei regolamenti in tema di imballaggi e rifiuti di imballaggio. L’obiettivo è aumentare la sostenibilità e la circolarità dei prodotti da imballaggio riducendo la produzione di rifiuti. Come? Incentivando il riuso. Una direzione che non soddisfa pienamente la filiera del packaging in alluminio, che ritiene ampiamente condivisibili le finalità del PPWR ma non il metodo, ossia il riuso rispetto al riciclo che, assieme alla prevenzione, è da oltre 25 anni alla base del sistema nazionale di gestione dei rifiuti. Rispetto alla direttiva, in particolare, il regolamento impedisce agli Stati membri di decidere autonomamente come attuare i nuovi obiettivi europei. Secondo CIAL, la proposta PPWR impone soluzioni che non tengono conto delle strade già percorse, spesso con ottimi risultati, dai singoli Stati: nel caso dell’Italia, non solo l’intero sistema che coinvolge imprese, lavoratori e tecnologie è stato costruito con successo sul riciclo, ma è stato finora possibile raggiungere con anni di anticipo gli obiettivi di riciclo sui singoli materiali di imballaggio imposti dalle attuali normative europee emanate in forma direttiva.

L’IMPEGNO DI CIAL

In Italia c’è un Consorzio, il CIAL – Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio –  senza fini di lucro, che rappresenta l’impegno assunto dai produttori di alluminio e dai produttori e utilizzatori di imballaggi in alluminio, nonché dai recuperatori e riciclatori di imballaggi in alluminio post-consumo, nella ricerca di soluzioni per ottimizzare, nonché raccogliere, recuperare e riciclare, gli imballaggi in alluminio post-consumo, conciliando le esigenze di mercato con quelle di tutela dell’ambiente. È proprio l’attività svolta da CIAL, l’azione combinata di Comuni, operatori ambientali della raccolta e del trattamento dei rifiuti, assieme al ruolo imprescindibile dei cittadini, ad aver offerto un notevole contributo per il raggiungimento e il superamento degli obiettivi di raccolta differenziata, riciclo e recupero previsti dalla normativa europea, rendendo il nostro Paese un esempio virtuoso nel Vecchio Continente.


ITALIA VIRTUOSA

Il nostro Paese è infatti un’eccellenza in termini di raccolta e recupero dell’alluminio, con un tasso di riciclo medio negli ultimi anni del 70% di imballaggi. Dato che raggiunge percentuali ancora più alte considerando le sole lattine per bevande, che tocca quota 91,6%: molto più della media europea ferma al 73%. Il modello italiano si basa da sempre sulla raccolta e il riciclo di tutte le tipologie di packaging in alluminio, non solo su quelle più remunerative e facili da raccogliere, come avviene in altri paesi. Dopo le lattine, che già si raccoglievano in Italia quasi trent’anni fa, con la nascita del Conai le raccolte sono state estese a tutte le componenti del packaging. Nel caso dell’alluminio, quindi, oltre alle lattine, anche alle scatolette, alle bombolette, ai tubetti, alle vaschette, al foglio sottile, fino agli accessori più piccoli come tappi, chiusure, blister e capsule da caffè.

OBIETTIVO 100% DI LATTINE RICICLATE ENTRO IL 2030

Raggiungere il traguardo del 100% di riciclo delle lattine per bevande entro il 2030. Questo è l’obiettivo condiviso da CIAL insieme ai produttori e alle principali associazioni europee del packaging. Un impegno che si sposa con l’adesione dell’Italia, dal 2019, al progetto “Every can counts” (Ogni Lattina Vale) insieme ad altri 19 Paesi europei. Come? Promuovendo la raccolta e il riciclo delle lattine in alluminio anche in occasione dei grandi eventi culturali e sportivi.

MA NON È SOLO UN TEMA DI RICICLABILITÀ

Stando ai dati raccolti da CIAL per tracciare la tendenza evolutiva del packaging in alluminio nell’ultimo ventennio, in termini di prevenzione e, quindi, di riduzione di peso e di spessore delle diverse tipologie di imballaggio, è dimostrato come le imprese della filiera, attraverso l’eco-progettazione dell’imballo e l’eco-efficienza dei processi produttivi, siano riuscite a risparmiare in media ogni anno circa 5.350 tonnellate di materiale (l’equivalente di 51.000 carrozzerie per auto) per un totale di 107mila tonnellate, pari a una riduzione complessiva di 936mila tonnellate di CO2. Sempre con riferimento alla prevenzione va, infine, ricordato che l’alluminio è il materiale che più di qualunque altro offre un’eccellente barriera alla luce, ai batteri, all’aria, ossigeno e al vapore. Va da sé che, quando è utilizzato come packaging alimentare, si rivela un alleato straordinario per la conservazione

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