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Snami: “Medici del Pronto Soccorso di Porretta Terme verso le dimissioni: è colpa dell’Ausl”

Il sindacato: "Vengono gravati anche delle dimissioni dei pazienti pediatrici"

Pubblicato:14-05-2022 19:27
Ultimo aggiornamento:14-05-2022 19:27
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BOLOGNA – Dimissioni dei medici del Pronto Soccorso di Porretta Terme (Bologna). A paventarle è lo Snami, il sindacato nazionale autonomo medici italiani, di Bologna, che accusa l’Azienda Usl di provocare “momenti di tensione per le scelte non condivise con i professionisti“. In questi giorni, racconta lo Snami, “diversi medici hanno segnalato un ‘passaparola’ che informava informalmente gli operatori del Pronto Soccorso, che già da qualche giorno dovevano anche farsi carico di firmare le dimissioni dei pazienti pediatrici visti e gestiti dal pediatra presente in struttura”. Ma “fino ad oggi il pediatra ha sempre gestito in autonomia i propri pazienti, essendo uno specialista di fascia di età e non uno specialista d’organo”.

I medici del Pronto Soccorso, “già oberati, e che spesso in molte fasce orarie sono l’unico medico responsabile anche della risposta nei reparti di degenza dell’ospedale, dovrebbero anche chiudere i referti, firmandoli, rimanendo coinvolti sia nell’ambito della responsabilità medico legale sia dovendo aggravare anche i propri oneri ed il tempo sul caso gestito da altri”, fa notare lo Snami. Che “ha immediatamente allertato e scritto alla Direzione Sanitaria dell’Azienda, lamentando che queste modifiche devono essere in primis discusse e poi formalizzate, inaccettabile che questo venga fatto tramite passaparola, a maggior ragione in un presidio ove buona parte del personale nemmeno è dipendente della struttura”.

In secondo luogo, “il sindacato respinge totalmente l’ipotesi di gestione dei casi fattivamente gestiti da altro specialista che, come fatto fino ad oggi, può continuare a gestire e chiudere i casi di pertinenza senza aggravio e non necessario coinvolgimento di altri colleghi”.


Addossare “ulteriori carichi al medico di PS – osserva lo Snami – significa che questo dovrebbe assumere onere di rivisitare il paziente, controllare anche l’operato dello specialista e avallarne le scelte terapeutiche, cosa assurda e priva di senso dato che i medici del PS non sono specialisti della branca, e come tali non c’è motivo divengano firmatari del referto finale. Tutto questo comporta ulteriori tempi e oneri, e un disagio per il medico e per gli altri pazienti in gestione”.

Mentre “il sindacato attendeva riscontri nei tavoli formali, la direzione avrebbe alzato ulteriormente il livello di scontro reinoltrando ‘l’editto’ ai medici operanti nel presidio, provocando la reazione a catena di diversi riceventi che hanno comunicato il preavviso di interruzione della loro attività se l’azienda non farà immediatamente retromarcia”, conclude lo Snami.

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