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A Riccione i funerali dei “sette angeli” morti sulla A4: anche sette alberi per ricordarli

Allo stadio comunale oltre 6.000 persone partecipano alla toccante cerimonia per il saluto finale alle vittime del Centro 21

Pubblicato:13-10-2022 19:30
Ultimo aggiornamento:13-10-2022 19:30

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RICCIONE – L’ultimo saluto ai “sette angeli” del Centro 21 di Riccione, portati via alla comunità romagnola della provincia di Rimini da un tragico schianto sull’autostrada A4, è denso di commozione e partecipazione, come tutte queste giornate passate da quel terribile venerdì 7 ottobre. È gremito di almeno 6.000 persone lo stadio comunale per i funerali di questo pomeriggio: tanti cittadini e autorità, militari e civili, tutti i sindaci della provincia, quello di San Donà di Piave Andrea Cereser che alla stampa parla di “una di quelle situazioni in cui la vita ti sconvolge. Vale per il centenario di Riccione come per le feste della nostra città. Bisogna accettare quello che la vita propone e chiedersi il senso di questa tragedia“. Di certo, aggiunge, “abbiamo conosciuto persone da cui prendere esempio. La cui compostezza ha reso tutto più semplice nonostante la tragedia. Sono in chiusura di mandato – chiosa – e dal collega Pironi arriva un grande insegnamento, chiudere l’esperienza da amministratore e decidere di continuare con il volontariato“.


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Ci sono l’assessore regionale Andrea Corsini e la presidente dell’Assemblea legislativa Emma Petitti. E tanti volti rigati dalle lacrime e tanti occhi nascosti da occhiali scuri. Tra i volti noti anche La Pina di Radio Deejay che stringe in un forte abbraccio la presidente del Centro 21 Maria Cristina Codicè. Fiori e palloncini, lo striscione ‘Nessuno muore finché vive nei cuori di chi resta’, le sette bare a piedi del palco dove il vescovo Francesco Lambiasi è supportato da una cinquantina di sacerdoti, le musiche, dall'”Aria su quarta corda” di Bach al tema di Mission di Ennio Morricone.


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I funerali cominciano, il Vangelo scelto è quello della cena di Emmaus, letto da un diacono a suo modo particolare, il presidente della cooperativa dei bagnini di Rimini sud Mauro Vanni. Comincia l’omelia di Lambiasi: “Siamo tutti poveri viandanti affamati di vita e assetati di cielo”. Oggi, prosegue, i volti sono tristi per “cercare un briciolo di senso, una scintilla di risposta a domande pungenti“. Ma “Gesù è un pellegrino come noi, un instancabile mendicante sempre presente ma misterioso, e mai così vicino come nella prova”. Ed “era con noi anche il 7 ottobre per fare della morte un ponte di comunione”.

Lambiasi ricorda poi uno a uno quelli che don Oreste Benzi chiamava “fratellini e sorelline” con una “litania di grazie”: all’ex sindaco Massimo Pironi, esempio di “un politico che si spende senza se e senza ma per i più deboli”. Con la moglie Patrizia Rossi che tra le lacrime poco prima della cerimonia ricorda un ragazzo che le ha detto “voglio diventare come lui. È una soddisfazione”; alla “generosa e gentile Romina“; alla coppia Alfredo e Rossella che l’anno prossimo voleva sposarsi: “Alfi con la passione per il volley, la musica italiana e la cucina, ma con in cima ai pensieri sempre la sua Rossellina, affettuosa e materna”, e così appassionata di smalti delle unghie. Grazie anche a Maria, “dolce sensibile e determinata”, amante del teatro e della danza; a Francesca, la “più giovane, allegra e chiacchierona”; a Valentina che “si sentiva la sorella maggiore e un punto di riferimento”. E infine a tutti i genitori dei ragazzi del Centro 21, che “hanno dato una mano a Dio affinché quei figli venissero alla luce, un miracolo”, e alla stessa struttura: “Ammiriamo la vostra generosità, coraggio, creatività e passione”.

La cerimonia si conclude con l’incenso asperso e la benedizione delle bare: salgono sul palco per un saluto parenti e amici delle vittime, gli educatori del Centro 21 strappano applausi con un commovente ricordo delle passioni, delle manie, dei gesti dei loro ragazzi, dal miniper ai leccalecca; viene letta una lettera del prefetto Giuseppe Forlenza. Infine ecco la presidente Codicè, che guarda un prato “meraviglioso, palloncini, fiori, tanti sacerdoti”, mentre con la stampa poco prima aveva chiesto alle “tante persone che ci sono vicino di aiutarci. La cooperativa andrà avanti più forte di prima, ma realisticamente va ristrutturata, vedremo come fare, questi ragazzi hanno tracciato il segno e gli altri continuano. È solo l’inizio di un cammino”. Per poi ricordare la figlia Maria tra le vittime “mentre balla, era il suo modo di esprimersi ed era felice”.

L’ultima a salire sul palco è la sindaca di Riccione Daniela Angelini che con la voce rotta spiega che “il 7 ottobre sarà il ricordo di un dolore estremo ma anche di un momento di grande resilienza della comunità che si è stretta ai parenti delle vittime, che ci hanno insegnato a essere migliori. La città vi deve tantissimo” e ricorderà “i sette angeli, i magnifici sette”, piantando sette alberi vicino al Centro 21. E “il loro polline ci contaminerà”. I ragazzi del Centro 21 si avvicinano alle bare, mentre suonano le sirene delle ambulanze, e lasciano andare in cielo tanti palloncini rossi a forma di cuore, con la folla che sembra non volere tornare subito a casa per assaporare ancora un po’ quel senso di comunità emerso dalla tragedia.

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